Lo scorso mese di novembre (2009 N.d.R.) ho avuto l’occasione di ritornare dopo molti anni, in veste di guida alpina, in Giappone. L’opportunità mi è stata data da Miwa Fumikazu, un collega giapponese che da tempo frequenta le Dolomiti con i suoi clienti, e con il quale collaboro attivamente qui a Cortina. Durante la sua ultima visita Fumikaze mi ha proposto una trasferta di lavoro nel suo Paese, e naturalmente ho colto al volo l’occasione: un soggiorno di 20 giorni a Kobe, bellissima città del Kansai situata sul mare, nel sud-ovest del Giappone.
Ho così avuto modo di arrampicare su alcune pareti della zona, di fare alcuni trekking, e anche di promuovere le Dolomiti grazie ad un incontro con la gente locale e ad una presentazione ufficiale tenutasi in un’aula della compagnia turistica Asahi Tour. Per quanto riguarda l’arrampicata devo onestamente dire che le falesie della zona che ho visitato non sono particolarmente interessanti e non hanno niente a che vedere con le nostre splendide Dolomiti, ma è altrettanto vero che ho visto solo una piccola parte di questo interessante Paese…
Quel che più mi ha colpito, invece, è l’incredibile ospitalità della gente e la grande gentilezza che questa popolazione ha dimostrato non soltanto nei miei confronti, ma che è chiaramente manifesta nella società e nella vita di tutti i giorni. Anche il rispetto per la natura e l’ambiente è palpabile: la pulizia delle grandi città, ad esempio, ha dell’incredibile. I fumatori sono muniti di piccoli portacenere tascabili, e a Kobe (1,5 milioni di abitanti) non ho mai visto un mozzicone per terra. Mai udito il fastidioso suono di un clacson, o temuto di essere investito attraversando la strada.
Potrei elencare molte altre particolarità di questo lontano Paese, ma certo non è questa la giusta sede. Sicuramente anche questa volta il mio soggiorno nel “Paese del Sol Levante” è stato entusiasmante, e consiglio a tutti di visitarlo almeno una volta nella vita. Qualche anno fa, nel boom economico del Giappone, i prezzi erano alle stelle. Attualmente i prezzi non sono così elevati come si potrebbe pensare, a differenza di quanto molti credono…
Una curiosità: Wagyu e Kobe-gyu
Durante il vostro viaggio vorrete sicuramente provare qualche specialità gastronomica locale, ma probabilmente ancora non sapete che in Giappone non si mangia solo riso, tempura, sushi e sashimi. Potrete trascorrere un intero mese in Giappone provando ogni sera un ristorante diverso, specializzato in un diverso tipo di piatti.
Una delle prelibatezze che ho avuto modo di gustare la carne del famoso manzo di Kobe, il Wagyu.
In giapponese questa carne si chiama Kobe-gyu, mentre invece il termine wagyu identifica l’animale (manzo). Qualsiasi pasto che preveda il manzo di Kobe dovrebbe essere accompagnato dalla seguente avvertenza: attenzione, il consumo di questo piatto comprometterà l’apprezzamento di qualsiasi altro tipo di carne di manzo!
Il Wagyu un tipo di carne molto raffinata e costosa, una carne il cui prezzo può arrivare a costare 1.000 euro al chilo. Questi bovini devono bere molta birra ed essere massaggiati energicamente durante la loro vita; in questo modo il grasso corporeo viene distribuito in modo omogeneo, dando alla carne il tipico aspetto “marmorizzato”.
Il Wagyu viene allevato in modo molto particolare: questa razza di bovini, viene geneticamente selezionata per avere una carne ricca di grassi insaturi che si mischiano con la carne stessa e non posizionandosi sui lati come avviene per la normale.
La tradizione vuole che i manzi Wagyu vengano nutriti con grano e altri mangimi altamente selezionati per facilitare la marmorizzazione del grasso e delle carni. Tuttavia il Wagyu ha un tasso di crescita molto più lento degli altri bovini.