Arrampicare… con filosofia
Nel suo intrigante articolo Arrampicare… con filosofia l’autore Giorgio Bonomo ci racconta perché, ai suoi occhi, il gesto dell’arrampicata è davvero speciale. Un’attività che come poche altre permette di sperimentare la “consapevolezza dell’essere in un’azione”.
Hai mai notato che su questo sito c’è un settore dedicato alle “Storie vere”?
In questa sezione è possibile condividere pensieri ed esperienze di momenti speciali vissuti in montagna.
Pochi giorni fa l’amico Giorgio ha scritto “Arrampicare… con filosofia”, un testo che ho trovato davvero degno di nota.
L’autore, Giorgio Bonomo, riflette sulla sua passione per l’arrampicata nonostante egli non sia uno scalatore d’alto livello. Ritiene che l’attrattiva di questa attività vada oltre i risultati sportivi e risieda nell’interazione con il proprio corpo e la natura stessa.
L’arrampicata gli permette di percepire il suo peso e l’irreversibilità della gravità, contrastando l’illusione di dominio sulla natura.
Ma cercando di arrampicare con filosofia, Giorgio trova davvero numerosi lati positivi e strumenti di crescita personali nello sport arrampicata.
L’esperienza dell’arrampicata evidenzia i limiti fisici e la resistenza personale, ma questa consapevolezza lo connette in modo più tangibile alla realtà. Giorgio sottolinea anche l’importanza della tecnica e dell’interpretazione individuale in questo sport, che conferisce un tocco personale a ogni scalata.
La bellezza dell’arrampicata risiede nella potenza, nell’equilibrio e nell’armonia espressi dal movimento del corpo. Osservare un bravo scalatore mentre arrampica può essere un’esperienza estetica straordinaria, un’apertura alla bellezza attraverso il linguaggio del corpo.
Nel suo articolo “Arrampicare… con filosofia” Giorgio sottolinea infine l’importanza della condivisione nell’arrampicata, in particolare il rapporto di fiducia tra chi scala e chi assicura. Questa dinamica contribuisce alla crescita della fiducia reciproca e al consolidamento delle relazioni.
E a fine scalata, nel rifugio o nel bar della palestra, condividere una birra diventa un momento di gratitudine e di connessione speciale tra compagni arrampicatori.
Il racconto di Giorgio, scritto con maestria, merita davvero d’esser letto.
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