La più bella cosa che feci in Italia: una scalata in Dolomiti

Arrampicata in Cinque Torri, la via Miriam

Una STORIA VERA di Ryan Ritter – Accadde il 23 agosto 2014

Mentre organizzavo per il mio viaggio in Italia, ormai prossimo, avevo pensato a tutte le classiche attività turistiche – vedi i canali di Venezia, un tour del vino in Toscana e provare a dire “Come va?” a Papa Francesco. Poi, per il mio compleanno, ricevetti con grande sorpresa una giornata d’arrampicata con guida in Dolomiti. Di tutto quello che feci in Italia la scalata in Dolomiti fu certamente la cosa più bella!

A quel tempo, io arrampicavo da meno di un anno. Non ero certo un forte scalatore, e non ero certamente lì per fare una scalata estrema. La mia ragione d’esser lì era quella di scalare lentamente una grande montagna e godere della vista mozzafiato offerta dalle meravigliose Dolomiti.

La via che feci fu relativamente facile, chiunque abbia scalato in palestra per un po’ di tempo non avrebbe problemi a salirla. Io avevo contattato la guida alpina Enrico Maioni di Cortina, prima di partire dal Canada. Ci siamo scritti un paio di volte, parlando delle mie esperienze d’arrampicata e di cosa avrei voluto fare insieme a lui. Il mio desiderio era di fare una via lunga di più tiri, e scalare una grande montagna.

Ryan Ritter

Appena atterrato in Italia noleggiai un’Alfa e mi diressi a nord, verso le montagne. Arrivai così a Cortina, una nota località sciistica, dove passai la notte. Incontrai Enrico nel mio hotel la sera precedente la nostra salita, e lui mi illustrò la scalata e, purtroppo, la possibilità che il giorno seguente il tempo non ci avrebbe aiutato ed avrebbe probabilmente piovuto.

Decidemmo comunque che avremmo provato ad arrampicare indipendentemente dalle condizioni del tempo, così Enrico passò a prendermi di prima mattina all’hotel.

Il nostro piano originale era di scalare una via classica su una grande montagna chiamata Tofana, ma a causa del tempo non fu possibile farlo. Enrico aveva però un piano di riserva: in caso di maltempo saremmo andati in Cinque Torri a scalare una via di più tiri ed alcuni monotiri.

Così ci recammo lassù, dove trovammo un piccolo hotel chiamato Rifugio. Enrico mi spiegò che un rifugio è una buona opzione qualora non si vogliano spendere troppi soldi per un hotel a Cortina: il costo varia dai 50 ai 60 Euro per mezza pensione,  le camere sono confortevoli e ci sono anche le docce con acqua calda.
Se dovessi ritornare in Dolomiti per arrampicare e fare escursioni sicuramente starei in un rifugio. Fosse anche solo per la vista che si può godere, che senza dubbio ne vale la pena!

Dal rifugio ci incamminammo verso la base della parete, ci legammo ed iniziammo la scalata. La via che salimmo si chiama “Miriam” e si fa in sei tiri, per una lunghezza di circa centonovanta metri. La salita fu fantastica, niente a che fare con la roccia che abbiamo attorno a Toronto. Sull’ultimo tiro iniziò a piovere, ma nonostante la pioggia la presa offerta dai grossi appigli era molto buona.

Le Cinque Torri versante nord

Una volta arrivati in cima, aggirammo uno spuntone e con due calate ed un po’ di facile arrampicata in discesa ritornammo alla base.

Io volevo arrampicare ancora, così Enrico individuò alcuni tiri di arrampicata sportiva che fui in grado di salire, ma poi iniziò a piovere davvero forte e così ritornammo al rifugio Cinque Torri dove pranzammo e bevemmo un po’ di buon vino.

Nonostante la pioggia rovinò in parte i miei piani d’arrampicata, questa giornata fu certamente il pezzo forte del mio viaggio!

Parlando d’arrampicata, se questo non vi basta, sentite questa: dopo le Dolomiti, mi diressi verso la costiera amalfitana, noleggiai una barca e, legate le scarpette,  mi avventurai in qualche deep water solo climbing: se ne avete la forza, provate l’Arco dell’amore a Capri.