Il Libretto di Guida Alpina, una “romantica” abitudine caduta in disuso
La professione della Guida Alpina nacque ufficialmente nella seconda metà del XIX secolo con l’arrivo dei primi alpinisti esploratori. Prima che questo mestiere diventasse una vera professione, gli alpinisti si facevano accompagnare in montagna dalla gente del posto: pastori, boscaioli e cacciatori che ben conoscevano il territorio e sapevano muoversi con disinvoltura su cenge e dirupi.
Fu in questo periodo che nei luoghi di maggior interesse alpinistico nacquero ufficialmente i primi gruppi di guide. Lo strumento che attestava il lavoro delle guide alpine era un taccuino, il Libretto di Guida Alpina, periodicamente controllato dalla società di appartenenza e vidimato dall’autorità politica, sul quale oltre ai dati personali della guida e al regolamento, erano presenti pagine bianche sulle quali i clienti annotavano le escursioni e le ascensioni, dando un giudizio personale sul comportamento e la preparazione della guida.
Potremmo azzardare un paragone con i vari sistemi di feedback attuali, presenti in numerosi siti web, dov’è possibile lasciare una recensione: anche in questo sito hai modo di lasciare una tua testimonianza sul tempo trascorso in montagna con me.
Il Libretto di Guida Alpina ha sicuramente contribuito a far sì che una buona parte di storia dell’alpinismo arrivasse sino a noi, e non si sia persa la memoria di ascensioni e personaggi che hanno lasciato un segno sulle montagne di tutta Europa.
Questi libretti sono infatti oggi una testimonianza preziosa e una fonte di ricerca fondamentale per la storia alpinistica delle nostre montagne. Purtroppo i libretti di guida giunti fino a noi e resi pubblici non sono numerosi. Molti libretti sono conservati presso privati, animati da un sano collezionismo che però sottrae al pubblico dominio queste importanti testimonianze.
Sfortunatamente verso la metà degli anni ’90 si perse l’abitudine di scrivere opinioni e commenti sul Libretto di Guida Alpina, che infine cadde tristemente in disuso.
Qui sotto vediamo alcune immagini del Libretto del mio bisnonno Tobia Manardi e del mio, che utilizzai fino al 1994.
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