Imprecazioni e bestemmie: ci vuole un confessionale!
Un paio di anni fa tenni una lezione di toponomastica agli studenti del Liceo Classico di San Vito, e nel mazzo dei toponomi ampezzani legati in qualche modo alla religione (da Pies de ra Mognes al Sas del Morto e numerosi altri) inclusi anche Confescionario.
Si tratta di una strettoia fra due rocce, situata a poca distanza dal Cason de Col de Vido, ai piedi delle Rocchette. Uno dei due roccioni è registrato come “el Confescionario”, ossia il confessionale.
Fino a una ventina di anni fa, in questo punto la strada forestale che sale da Socol era molto più stretta, e dev’essere stato sempre difficile passarci con i carri e le slitte, tanto che i trasportatori di legname dovevano porre molta attenzione al carico, per non rischiare di incastrarlo tra le rocce.
Sembra che, oltre che alla forma del grande masso che, prima di essere adattato per il transito dei mezzi forestali di oggi rassomigliava vagamente ad un confessionale, il nome sia legato anche alle imprecazioni che sicuramente risuonarono per secoli fra questi massi.
Si tratta quindi di un toponimo di carattere ironico, che oggi purtroppo ha perso in parte la ragion d’essere. I liceali, ai quali avevo cercato di comunicare elementi di toponomastica in modo scientifico ma anche allegro e scanzonato, erano affascinati da questa spiegazione, e la cosa mi fece molto piacere.
Sono passato al “Confescionario” per l’ultima volta cinque estati fa, scendendo dalla Rocchetta di Campolongo: oltrechè solitario, quel luogo ora è dolorosamente muto!
Tratto da: “Il Notiziario di Cortina”