Il Col de ra machina e la geniale idea di Silvestro Franceschi, Tete Dane
Verso il 1850 il Comune di Marebbe fece un consistente taglio di legname a Fanes e lo vendette ad un mercante veneto.
Per poterlo far fluire verso la pianura attraverso il Boite, il legname doveva essere trasportato nel piano di Revis. Fu indetto allora un concorso che venne vinto dai cavallai ampezzani. II trasporto del legname attraverso la strada per la Pusteria si dimostrò subito faticosissimo, soprattutto per la salita attraverso Cimabanche.
Silvestro Franceschi, Tete Dane, ebbe la geniale idea di costruire una teleferica che da Pederù arrivasse fino alla sporgenza di roccia che sovrastava la valle.
Trasportò in alto il legname con una teleferica provvista di ruota idraulica, azionata dal corso d’acqua.
Da qui venne tracciata una strada che attraversava il villaggio di Fodara e arrivava fin sopra Campo di Croce; quindi il legname fu fatto scivolare sul piano sottostante.
I cavallai lo trasportarono da Campo Croce attraverso Ra Stua e lo scaricarono a Revis. Si fece un viaggio e mezzo il giorno e il guadagno fu notevole.
In primavera, a lavoro ultimato, la teleferica fu offerta ai Marebbani, i quali però proposero una cifra minima, molto inferiore a quella richiesta dagli Ampezzani. Tete Dane, profondamente offeso, preferì bruciare l’ingegnoso macchinario e la stazione piuttosto che svenderli miseramente.
Il colle su cui arrivava fa teleferica si chiama da allora Col de ra machina. Nato nel 1793, Silvestro Franceschi aveva cominciato la sua attività come falegname; appresi vari mestieri, divenne imprenditore d’importanti lavori: strade, argini sul Boite, restauri della casa del Comune, di quella degli uffici, del tetto della parrocchia, fu anche costruttore delle seghe di Socol. Presentò ben quattro progetti per il campanile di Cortina, che però non convinsero gli esperti di Vienna.
Nel 1853 venne approvato dal Comune il progetto di Bergmann, il quale affidò la direzione dei lavori al Franceschi. Capocomune, consigliere, comandante della difesa territoriale, commissario di patria difesa, morì nel 1870.