Bortolo Pompanin Bartòldo, l’ultimo dei fondatori
Bortolo Pompanin se n’è andato due giorni fa, nella sua bella abitazione di Crignes, alla ragguardevole età di 96 anni, circondato dall’affetto dei suoi famigliari.
Era l’ultimo ancora vivente dei dieci soci fondatori del celebre gruppo alpinistico Scoiattoli di Cortina.
Purtroppo Bortolin, questo il suo nome per gli amici, non ha fatto in tempo a festeggiare l’ottantesimo anniversario della fondazione dello storico Gruppo a lui tanto caro.
Fu infatti nel lontano 1° luglio 1939 che nacque la “Società rocciatori e sciatori gli Scoiattoli“, fondata da dieci giovanissimi scalatori ampezzani, tutti minorenni. Bortolo Pompanin, 17 anni, era tra i più piccoli, preceduto in età soltanto dall’allora quindicenne Luigi Ghedina “Bibi”.
A Bibi, scomparso nel 2009, gli Scoiattoli hanno dedicato una bella via aperta sulle rocce di Taghia, in Marocco.
Per dovere di cronaca, voglio riportare qui i nomi degli altri soci fondatori, aggiungendo ad ognuno i nomignoli utilizzati dal gruppetto di amici. Faccio notare che non sempre questi soprannomi corrispondevano a quelli usati in Ampezzo per distinguere famiglie diverse che hanno però lo stesso cognome. Oltre a Bortolo Pompanin “Bortolin” e Luigi Ghedina “Bibi” i primi Scoiattoli furono: Albino Alverà “Boni”, Silvio Alverà “Boricio”, Romano Apollonio “Nano”, Angelo Bernardi “Alo”, Ettore Costantini “Vecio”, Siro Dandrea “Cajuto”, Giuseppe Ghedina “Tomasc” e Mario Zardini “Zesta”.
La lunga vita del Bortolin
Durante la sua lunga e piena vita Bortolin lavorò come idraulico e fu uno sportivo polivalente: maestro di sci, guida alpina dal 1951 e membro del Soccorso Alpino, giocò a hockey nella squadra nazionale, praticò la disciplina del salto con gli sci. Negli anni Novanta fu consigliere del CAI di Cortina.
In compagnia dei suoi amici Scoiattoli ripeté numerose vie e ne aprì di nuove sul Campanile Federa, sulla Cima Scotoni, Tofana di Mezzo e sulla Torre Ovest del Tridente Cantore.
Ma oltre alle capacità alpinistiche Bortolo Pompanin si faceva notare soprattutto per la sua simpatia ed il suo spirito estroverso. Amante della compagnia e della musica, intratteneva gli amici con la sua chitarra e le sue canzoni di montagna. Un animo solare e generoso: per ben 33 anni la sua chitarra e la sua allegria allietarono gli anziani della Casa di Riposo durante le festività natalizie e pasquali.
Ricordo che quando noi Scoiattoli organizzammo una serata in occasione del suo novantesimo compleanno, il 20 aprile 2012, Bortolin fu tra gli ultimi ad andar via, e continuava a festeggiare quando molti giovani erano già stati costretti ad abbandonare la “battaglia” 🙂
«Bortolin sapeva molto bene quello che voleva dire far parte del Gruppo Scoiattoli» ricorda Alberto Gaspari, presidente del gruppo. «L’importante aspetto sportivo, deve essere sempre accompagnato dall’amicizia, dalla lealtà e dal sano divertimento. Questo è lo spirito di un gruppo, del Gruppo Scoiattoli. Grazie Bortolin per avercelo insegnato, ora tocca a noi trasmetterlo alle nuove generazioni».
Tra i vari fatti e opere che hanno contraddistinto la vita di Bortolo Pompanin voglio ricordare la sua dedizione nell’accompagnare in montagna un nostro concittadino non vedente, Enrico Zardini, compianto musicista e poeta. Pur privo del dono della vista, all’epoca Enrico cercava qualcuno disposto ad accompagnarlo tra le sue montagne, per poterle “sentire” da vicino.
Il volenteroso Scoiattolo non si fece certo pregare, ed insieme i due percorso svariati itinerari alpinistici: tra essi la traversata dalla Tofana Terza a quella di Mezzo con discesa a Cortina a piedi, la traversata del Monte Valon Bianco dalla Val di Fanes alla Val Travenanzes, la ferrata Lipella sulla Rozes, la salita della Torre Toblin di fronte alle Tre Cime di Lavaredo.
Chi conosce queste escursioni può facilmente immaginare cosa significhi, per un non vedente, affrontarle e portarle a termine!
Bortolo Pompanin “Bortolin Bartòldo” è stato di certo un grande uomo. Una persona semplice che ha dedicato molto del suo tempo a scopi ed iniziative meritevoli di lode.
Mio vicino di casa, in questi ultimi anni lo incontravo spesso nei dintorni intento a passeggiare, aiutato nel procedere da due bastoni, gli occhi vispi e lo sguardo rivolto alle sue amate montagne. 96 anni sono tanti, e quando gli chiedevo «Cemodo vara, Bortolin?» usava ripetermi «No capiscio parcéche el Signor el me tiene ancora ca…» (Come va, Bortolin? – Non capisco perché il Signore mi trattiene ancora qui…).
Il rito funebre ha visto una folta partecipazione. Il feretro è stato portato a spalla dagli Scoiattoli, come da tradizione quando viene a mancare uno dei soci del sodalizio. Ad accompagnarlo la banda cittadina, maestri di sci, una rappresentanza degli Alpini che durante la Santa Messa hanno letto la “Preghiera dell’Alpino”, e tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscere quest’uomo.
Bortolo Pompanin lascia la moglie Nadia ed i figli Viana e Roberto “Bortel”, campione di sci alpino ed oggi pilota aeronautico, che così lo ricorda:
«Hai sempre guardato le cime dal basso verso l’alto e dopo le hai scalate! Ora le guarderai dall’alto. »






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