Da Bolzano a Cortina, la Grande Strada delle Dolomiti
La Grande Strada delle Dolomiti – conosciuta in tedesco con il nome Die Große Dolomitenstraße ed in inglese come The Great Dolomites Road – è senza dubbio un opera che ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo turistico di questa magnifica zona montuosa del nord Italia. Attraversando le Dolomiti, questa strada di montagna si sviluppa in Alto Adige, Trentino e Veneto.
Sebbene alcuni fonti indichino come punto di partenza Ora (BZ), è più plausibile ritenere che la storica grande Strada delle Dolomiti abbia inizio dalla piccola località di Cardano, un paesino che si trova su un’altura molto soleggiata all’imbocco della Val d’Ega – Eggental in tedesco – a pochi minuti di macchina dal capoluogo dell’Alto Adige, la città di Bolzano. Nel 1860 già esisteva una strada che collegava Cardano con Nova Levante, attraverso la Val d’Ega, ma i transiti sui punti più alti, come ad esempio il Passo Pordoi, si limitavano a viottoli e mulattiere.
Fu in quel periodo che tra i monti delle Dolomiti vennero aperte alcune strade carrozzabili, come ad esempio il collegamento fra la val d’Ega e la valle di Fassa nel 1895 o la strada d’accesso alla val Badia nel 1893.
Ma l’opera più significativa fu, senza alcun dubbio, la grande strada delle Dolomiti che partendo da Bolzano arrivava a Cortina d’Ampezzo attraverso i passi Costalunga, Pordoi e Falzarego.
Tutto ebbe inizio quando, con legge provinciale votata nel 1897, venne deliberata la costruzione dei due tronchi del Pordoi, da Arabba a Canazei, e del Falzarego, da Livinallongo a Cortina. In quel periodo la zona rappresentava il confine meridionale dell’impero austro-ungarico, e quindi l’obiettivo prioritario era di carattere militare.
Ma non solo: anche il Club Alpino austro-tedesco, le cui sezioni avevano già dato una importante spinta alla costruzione di rifugi in quota, sosteneva con forza la realizzazione di una carrozzabile fra Bolzano e Cortina.
Fu in particolare Christomannos, figlio di una facoltosa famiglia greca di commercianti residenti a Vienna, a comprendere l’importanza di una strada che non servisse solo da accesso alle singole valli, ma che fosse in grado di collegare tutta l’area dolomitica.
Theodor Christomannnos, lungimirante pioniere del turismo, aveva lanciato il motto: “Senza strade nessun hotel, senza hotel nessuna strada”, e così lungo il percorso furono costruiti ospizi e alberghi che vennero però requisiti durante la prima guerra mondiale: il Passo Pordoi (2.239 m) infatti si trovava proprio al confine tra il Regno Austro-Ungarico e il Regno Italico. Al Passo è presente ancor oggi l’obelisco commemorativo innalzato nel 1905 dove sono riportati i dati della grande strada delle Dolomiti.

Si trattò di un evento di grande portata, sia sotto il profilo economico sia simbolico, in quanto segnò la definitiva apertura delle Dolomiti al turismo internazionale, propagandato anche attraverso importanti opere letterarie come quelle di Karl Felix Wolff (Die Dolomitenstraße, 1907) e quella dello stesso Christomannos.
Nello scrivere quest’articolo la mia modesta ricerca storica sulla grande strada delle Dolomiti mi ha portato a scoprire un fatto a me ignoto: per transitare lungo il tratto di strada che da Pocol porta al Passo Falzarego bisognava pagare una tassa: 20 soldi una bicicletta, 1/2 corona una carrozza, 1 corona un’automobile.
Forse, ma di questo non ho notizia, anche su altri tratti della Great Dolomites Road il pedaggio era dovuto… se tra i lettori qualcuno ha notizie a questo proposito, sarò lieto di ascoltarlo.
Successivamente la popolazione autoctona, abituata alla dura vita di montagna, grazie al notevole afflusso dei turisti poté dedicarsi a nuove attività aprendo alberghi e ristoranti al sempre maggiore numero di visitatori che raggiungeva le Dolomiti.
Si può dunque affermare che se le Dolomiti sono diventate una delle destinazioni più amate delle Alpi il merito è anche della nascita di questa strada. Ad oltre cent’anni dalla sua costruzione la Grande Strada delle Dolomiti permette oggi come ieri di raggiungere paesaggi incantevoli, attorniati da montagne uniche al mondo.
Ma non possiamo ignorare il rovescio della medaglia, e a mio avviso è opportuna una riflessione sui cambiamenti, non sempre positivi, che si sono verificati nella zona dolomitica: il boom delle auto e ancor di più delle moto ed un costante, spesso anche sfrenato, sviluppo del turismo di massa.
Note
1. L’imperatrice Elisabetta d’Austria e Regina d’Ungheria (1837 – 1898), chiamata Sissi, trascorse un periodo di riposo al Grand Hotel Carezza durante l’agosto 1897. In questo periodo non era più l’imperatrice sportiva, bella e giovane di un tempo, ma una donna malata, malinconica e molto sola.
Per ritemprarsi, era solita a fare lunghe passeggiate nei dintorni. Elisabetta vi soggiornò su consiglio del suo medico personale, che predispose, in collaborazione con Theodor Christomannos, promotore del progetto Carezza, la trasformazione del complesso in residenza estiva dell’Imperatrice.
Il giorno 18 agosto, compleanno dell’Imperatore, venne festeggiato con una grandiosa festa nei saloni della residenza; fu un grande avvenimento sociale e patriottico.
Il 24 agosto 1897 fece una passeggiata che porta per le malghe di Nova Levante al maso Zenay. Da allora quest’itinerario è chiamato “Passeggiata Elisabetta”. Quasi esattamente un anno dopo, il 10 settembre 1898, Sissi morì a Ginevra vittima di un attentato.
In quel periodo la fama del Residence Grand Hotel Karersee varcò i confini europei e, nei primi anni del secolo, furono costruiti campi da tennis ed un campo di golf a nove buche di progettazione americana.
Punto di riferimento dell’aristocrazia e della borghesia, il Grand Hotel nella notte del 15 agosto 1910 fu distrutto da un incendio che fortunatamente non provocò vittime ma solamente ingenti danni materiali.
Quasi immediatamente si decise di ricostruire l’Hotel che, a distanza di soli due anni, fu inaugurato nella sua nuova veste e capacità ricettiva: ben 350 camere con quasi 500 posti letto.
2. Il Castello di Andraz sorge su un grande trovante trasportato a valle durante l’ultima glaciazione, in posizione dominante sulla vallata. Si tratta di un luogo strategico per il controllo delle vie provenienti da sud (Belluno, Agordo, Caprile), da nord (Bressanone e Castel Badia, San Martino in Badia, Valparola) e da Ampezzo attraverso la sella di Falzarego.
I primi cenni storici sono successivi al 1000; nel 1221 si sa che appartenne alla famiglia Schoneck (Colbello) che lo ottenne in feudo dal Vescovo di Bressanone.
Rimase sino al XV secolo proprietà di vassalli alle dipendenze dei “Vescovi-Conti”.
Il Vescovado di Bressanone se ne impossessò completamente nel 1416.
Da allora, sino alla secolarizzazione imposta dal trattato di Parigi del 1802, il castello rimase di proprietà del Vescovo che lo utilizzò come sede di piccole guarnigioni militari poste sotto il comando di un capitano.
Nicolò Cusano fu senz’altro l’ospite più illustre di Andraz, in qualità di Vescovo di Bressanone prescelse la rocca, a garanzia della propria incolumità per lunghi periodi di soggiorno tra il 1457 e il 1460 (link a fine pagina).
Descrizione della Grande Strada delle Dolomiti
La Grande Strada delle Dolomiti si sviluppa tra Bolzano e Cortina d’Ampezzo. Descrivo qui il percorso partendo da Bolzano, ma ovviamente si può scegliere di effettuare il tragitto in senso inverso, partendo da Cortina.
In alcuni tratti la strada è molto stretta, ripida e con curve cieche, e richiede una guida concentrata. Sconsiglio di percorrerla alle auto con rimorchio.
Numerosi punti panoramici ed aree di parcheggio permettono una vista mozzafiato sulle Dolomiti circostanti. Dalla grande Strada delle Dolomiti si possono ammirare la maggior parte delle principali vette dolomitiche!
Per questo motivo, per percorrere i 110 chilometri di asfalto, consiglio di dedicare un’intera giornata al viaggio, al fine di fermarsi più volte a contemplare il paesaggio, fare una piccola passeggiata e godere tutto lo splendore di questo mondo montano.
Itinerario della Grande Strada delle Dolomiti
- Da Bolzano in direzione di Cardano, dove prendiamo il bivio per la Val d’Ega sulla SS241. Fino al 2007 la strada percorreva il fondo della gola, tra alte pareti di roccia, ed era davvero spettacolare. Purtroppo, dal gennaio 2008 la strada storica è chiusa, in quanto era diventata pericolosa per il rischio di frane e caduta di grosse pietre, ed è stato creato un tunnel che attraversa completamente la gola della val d’Ega.
- Proseguiamo fino a Nova Levante, da dove si gode una splendida vista sul Gruppo del Catinaccio.
- Ci dirigiamo ora al Lago di Carezza, il ritrovo preferito dell’imperatrice austriaca Elisabetta (Sissi).¹ È un luogo estremamente affollato, ma ciò nonostante vi consiglio di fare quattro passi intorno al laghetto, nelle cui acque si rispecchia il gruppo montuoso del Latemar.
- Attraverso il Passo di Costalunga (confine fra la provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano) raggiungiamo la Val di Fassa. A Vigo di Fassa svoltiamo a sinistra, lungo la SS48, che ci porta a Canazei, nota località turistica situata all’estremità settentrionale della val di Fassa.
- Da Canazei (Cianacéi in lingua ladina) una strada ripida e tortuosa si snoda in alto fino al Passo Pordoi. Esso rappresenta il confine con il Veneto ed offre una bellissima vista sulla Marmolada, il Sass Pordoi ed il Sassolungo.
- Varcando il passo ci troviamo ora in Veneto: dal Passo scendiamo quindi ad Arabba (Rèba in ladino) continuando sulla grande Strada delle Dolomiti, chi in questo tratto conta ben trentatré tornanti, e proseguendo sulla SR48 superiamo Arabba e più avanti Livinallogno del Col di Lana.
- Procediamo in direzione del Passo Falzarego e, oltrepassato il borgo di Andraz, dopo pochi chilometri noteremo alla nostra sinistra il museo del Castello² di Andraz. Se avete tempo, consiglio vivamente una visita al museo.
- Una volta giunti al Passo Falzarego, possiamo approfittare della funivia che permette di salire comodamente al Rifugio Lagazuoi, che dispone di una terrazza panoramica unica al mondo! Un ulteriore motivo per visitare il Monte Lagazuoi, teatro della Grande Guerra, è dato dalla presenza in zona di numerose testimonianze degli accaniti combattimenti fra i reparti alpini italiani ed austriaci: trincee, postazioni aggrappate a cenge vertiginose sono state ripristinate ed oggi costituiscono un vero e proprio museo all’aperto.
- Dal Passo di Falzarego scendiamo infine nella Valle d’Ampezzo fino a Cortina, la “Perla delle Dolomiti”.
Mappa itinerario
Curiosità
Tom Phillips, fotografo e appassionato di montagna, ha realizzato un interessante lavoro: grazie ad un’accurata ricerca ha raccolto numerose fotografie d’epoca scattate sulle località incrociate dalla Grande Strada delle Dolomiti, e le ha abbinate a immagini che ritraggono gli stessi luoghi da lui fotografati oggigiorno.
Da questo lavoro è nato un sito, che oltre a celebrare l’eccellenza di Antonia Verocai Zardini, uno dei primi grandi fotografi delle Dolomiti, mostra quanto, e allo stesso tempo quanto poco, la zona sia cambiata.
LINKS
The Great Dolomite Road – Il sito di Tom Phillips e le foto comparative.
Castello di Andraz – Il museo del Castello di Andraz.
GPS FILES
Grande Strada delle Dolomiti – GPX
Grande Strada delle Dolomiti – KML