Sorapíss, due giorni di vera montagna

Il giro del Sorapiss, solitudine e panorami mozzafiato

Due giorni sono necessari per fare il giro del Sorapiss (o, anche, Sorapíss o Sorapís).
Due giornate di vera montagna, una lunga “camminata in croda” riservata ad escursionisti ben allenati ad avvezzi a muoversi su cenge e balconate rocciose. Il giro del Sorapiss è un itinerario ad anello che permette di attraversare tutti i versanti di uno dei maggiori gruppi montuosi delle Dolomiti.

Come ho scritto sopra, si tratta di un percorso impegnativo, soprattutto a livello fisico. Inoltre, lungo il percorso qui descritto dovremo impegnarci su due vie ferrate, la via ferrata Berti e la via ferrata Vandelli, oltre ad un più facile ma non banale sentiero attrezzato, il sentiero Carlo Minazio.

La fatica necessaria a compiere il giro del Sorapís sarà comunque ricompensata dalla vista del selvaggio e meraviglioso ambiente in cui ci troviamo, e dalla pace e solitudine di questi luoghi così lontani dalle folle.

Tempo fa lessi su una rivista un bel articolo che raccontava, appunto, del giro del Sorapis.

Mappa del giro del Sorapiss

Lo scritto era ad opera dell’amico Edi Pompanin, così l’altro giorno gli ho chiesto il permesso di pubblicarlo su questo sito. Edi si è subito dimostrato favorevole, e lo ringrazio.

Solo successivamente mi sono accorto che Edi lo aveva già pubblicato sul suo sito (vedi link a fine pagina). Quindi, mi sono limitato ad utilizzare il suo scritto come punto di partenza, modificandolo a mio piacimento.

Descrizione del giro del Sorapiss

Informazioni generali

Poiché “giro” significa “circuito”, l’escursione si può compiere in entrambe le direzioni. Il percorso qui descritto permette di fare il giro del Sorapìs in senso orario. In questo modo le vie ferrate si potranno superare al mattino, una giusta scelta soprattutto nei mesi di luglio ed agosto, quando non sono rari i temporali pomeridiani.

L’itinerario prevede due pernottamenti in rifugio: il rifugio Vandelli, da dove ha inizio il giro del Sorapiss, ed il rifugio San Marco. Suggerisco di salire al rifugio Vandelli nel tardo pomeriggio, quando la moltitudine di turisti salita fin lì per ammirare lo splendido Lago di Sorapis si sarà incamminata sulla via del ritorno.

Si può certamente evitare il primo pernottamento al Vandelli, partendo molto preso dal Passo Tre Croci.
In questo modo la prima tappa diventa però molto più lunga e faticosa. A te la scelta!

Primo giorno

Di primo mattino, dopo colazione, diamo inizio al nostro tour, lasciandoci alle spalle il rifugio ed incamminandoci sul sentiero n° 243 in direzione della via ferrata Vandelli alla Croda del Fogo.

Come ben scrive Edi, “alla mattina il primo impatto con la ferrata, completamente all’ombra incute timore, ma appena si sale un po’, basta voltarsi e la vista sul lago riscalda subito in cuore. Tra corde e scalette, dopo uno spettacolare passaggio aereo sbuchiamo al sole sulla cresta nordorientale della Croda del Fogo.”

Giro del Sorapiss, via ferrata Vandelli
Sulla ferrata Vandelli

La ferrata permette di guadagnare rapidamente quota ed i cavi presenti offrono un’ottima protezione. Un rapido promemoria: funzionano solo se ci si aggancia! Un’imbracatura, un casco e un set da ferrata sono necessari.

Al termine della ferrata si prosegue lungo il sentiero, perdendo quota, fino al bivacco Comici (2050 m).

ATTENZIONE: in caso di maltempo, non farsi ingannare dalla cartina che segnala una possibilità di scampo lungo il sentiero Brovedani (n° 227). Il sentiero è stato chiuso nel 2011 e non più ripristinato.

Dal bivacco si sale alla forcella Bassa del Banco (2.128), inizio del Sentiero Minazio. Qui una stretta cengia, attrezzata con funi metalliche, consente di superare una strapiombante parete con passaggi molto esposti. Se preferiamo evitare questo tratto esposto, dalla Forcella Bassa si può salire per dosso erboso a quella Alta e da qui, lungo un facile canalino, ridiscendere per ricongiungersi infine al sopra citato sentiero attrezzato ed esposto proveniente da Forcella Bassa.

Il lunghissimo sentiero ci conduce per cenge erbose ed invase dai mughi fino al bivio dell’Alta Val di San Vito (circa 2.090), di fronte alla magnifica Torre dei Sabbioni.

Il sentiero Minazio, come scrive Edi, “sulla carta appare piatto come un sentiero costiero, nella realtà ci regala un’infinità di saliscendi, sempre sul ciglio di aeree cenge. Qui l’assenza di fonti d’acqua, la calura dei mughi e la vista della Torre dei Sabbioni che per lunghi tratti appare sempre distante e irraggiungibile, ci fanno capire la vastità dell’ambiente e l’intensità che ci richiede la montagna vera.”

Al termine del Minazio un bivio permetterebbe di salire al bivacco Slataper, scelta che mi sento di sconsigliare. Infatti i bivacchi Comici e Slataper, visti i ridotti posti letto (rispettivamente 4 e 3 cuccette) devono essere considerati solamente come punti d’appoggio d’emergenza. Tenendo conto della scarsità d’acqua in zona e per evitare zaini troppo pesanti consiglio di appoggiarsi ai rifugi.

Puntiamo quindi a Forcella Grande e scendiamo al bel rifugio San Marco, dove ci attende il meritato riposo e le prelibate pietanze sapientemente preparate dall’abile cuoco.

Secondo giorno

Partiamo di buon’ora, e risaliamo faticosamente il sentiero percorso ieri in discesa, fino a Forcella Grande. Proseguiamo sulla sinistra fino al bivacco Slataper, e da qui fino alla Forcella del Bivacco (2.670), che segna la massima quota raggiunta dal giro del Sorapiss.

Sulla via ferrata Berti

Siamo all’inizio della via ferrata Berti, che scende vertiginosamente sul versante opposto. I 1500 metri di vuoto sotto i nostri piedi fanno una certa impressione, ma la ferrata è ben attrezzata. Dopo una prima cengia ci abbassiamo ancora lungo una serie di camini in ombra, per proseguire poi verso destra e risalire una scaletta che ci porta sulla Cengia del Banco.

ATTENZIONE: il sentiero n° 241 che dalla Cengia del Banco scende a Dogana Vecchia è stato chiuso nel luglio 2018 a causa di eventi franosi, ed è tuttora impraticabile.

La Cengia del Banco taglia a metà, da sud a nord, la Croda Marcora. Ci incamminiamo lungo la balconata, attraversando il versante occidentale del monte.

ATTENZIONE: la Cengia del Banco è spesso interessata da scariche di sassi, soprattutto nel tratto sottostante la Fopa de Matia. Evita quindi di sostare sulla cengia e cerca di percorrerla di buon passo!

La Cengia del Banco

Al termine della cengia raggiungiamo la Forcella Sora la Cengia del Banco, e da qui ci abbassiamo per facili roccette arrivando ai Tonde de Sorapis.

Ora ci troviamo di fronte ad una scelta sul come concludere il giro del Sorapiss.
Due sono le possibilità: prendere a sinistra e risalire alla Sella di Punta Nera per poi calare a Forcella Faloria e quindi al Passo Tre Croci dove abbiamo lasciato l’auto (più lunga), oppure scendere direttamente per il vallone al Lago del Sorapiss e da lì proseguire fino alla nostra vettura (più breve).

Qualunque sia la nostra scelta, arriveremo al termine del giro del Sorapiss sicuramente un po’ stanchi, ma senza ombra di dubbio felici e soddisfatti della nostra piccola-grande impresa, due giorni di vera montagna al cospetto di sua maestà il Sorapiss.

Dettagli tecnici del giro del Sorapís

Tre ferrate:
Via ferrata Alfonso Vandelli – Alcuni tratti molto esposti.
Sentiero attrezzato Carlo Minazio – Facile ma non banale, richiesto passo fermo.
Via ferrata Francesco Berti – Molto esposta. Considerando che l’itinerario proposto presenta la ferrata Berti in discesa, si può affermare che è la più difficile delle tre.

Dislivello positivo: 1760 metri

Lunghezza: circa 26 km

Altri dettagli e tempi indicativi

Prima parte – 9 ore ca.
Dal Rifugio Vandelli per sentiero 243 all’attacco della via Ferrata Alfonso Vandelli, inserita nel circuito della Alta Via nr. 4. La ferrata risale il versante occidentale della Croda del Fogo (Col del Fuoco), che è una delle ultime propaggini nord-orientali del gruppo. Si tratta sostanzialmente di una lunga cengia frequentemente intervallata da brevi camini e muri verticali, ed alcuni traversi abbastanza esposti. Al termine della ferrata si scende per prati e ghiaioni alla Busa del Banco dove sorge il bivacco Comici. Fin qui 4 ore dal rifugio Vandelli.

Si risale il pendio erboso che porta alla Forcella Bassa del Banco (2.128 m), da qui per il sentiero Minazio n° 243, che si sviluppa su cenge e facili rocce in continuo saliscendi, fino ad incrociare il sentiero n° 226, che percorre l’intera Valle di San Vito. Si raggiunge infine la Forcella Grande dalla quale si scende velocemente al Rifugio San Marco. Ore 5 dal Bivacco Comici.

Seconda parte – 9 ore ca.
Dal Rifugio San Marco per sentiero n° 226 alla Forcella Grande. Prima di raggiungere Forcella Grande noteremo le indicazioni che ci segnalano il bivio per il Bivacco Slataper, sentiero 246. Circa 2 ore dal rifugio San Marco.
Brevemente alla Forcella del Bivacco da dove ha inizio la ferrata Francesco Berti che attraversa da sud a nord l’intera parete della Croda Marcora. Per cenge e gradoni si continua a lungo la traversata in quota, sempre con modesti saliscendi fino al limite della Cengia del Banco. Da qui, in discesa, al profondo vallone dei Tonde de Sorapiss.

Ora è possibile scendere direttamente al Rifugio Vandelli passando sotto al Ghiacciaio Orientale fin al rifugio Vandelli. Circa 5 ore dal Bivacco Slataper.
Oppure si risalgono le ripide lastre fino alla stretta Sella di Punta Nera (2.738 m) da dove si scende alla Forcella Faloria e al Passo Tre Croci. In questo caso circa 7 ore dal bivacco Slataper.

Suggerimenti utili per il giro del Sorapiss

  • Il giro del Sorapiss deve essere fatto soltanto con buone previsioni meteorologiche. Durante l’estate i temporali pomeridiani sono molto frequenti. Settembre, quando le gli acquazzoni si placano, è il mese migliore per questo tour.
  • Porta con te una mappa (consiglio carta topografica Tabacco n° 3) e studia i numeri dei sentieri ed i punti di riferimento che incontrerai lungo il percorso. Il sentiero è segnato, ma a volte le indicazioni non sono del tutto chiare e la segnaletica è sbiadita.
  • Prendi abbastanza acqua, difficilmente ne troverai di pulita lungo il percorso.
  • Pianifica un pernottamento iniziale al rifugio Vandelli, in modo da poter garantire una partenza anticipata. Altrimenti, partendo dal Passo Tre Croci, dovrai aggiungere un paio d’ore di cammino ad una giornata già lunga.
  • Se non sei un vero atleta, esperto di montagna, non farti tentare da chi suggerisce di fare il giro del Sorapiss in giornata. E se decidi così, preparati per una giornata lunga e difficile.

Curiosità

  • Immagino sia l’attuale record: Andrea Piccoliori, amico e collega, ha portato a termine il giro del Sorapiss – senza scendere al San Marco, ma proseguendo direttamente al bivacco Slataper – con partenza ed arrivo al Passo Tre Croci, in 4h e 52 minuti!
  • Il nome del Sorapìs deriva dalla cascata generata dalle acque emissarie del lago di Sorapiss. Il lago è scavato nella roccia e privo di emissari superficiali; le sue acque raggiungono infatti per via sotterranea la grande soglia rocciosa del ripiano glaciale, uscendo nella cascata “el Píš”. Il termine Píš (leggi pisc, da “pisciare”, urinare) è molto diffuso nella toponomastica dell’area ladina per indicare cascate e cascatelle. Proprio da questo nome deriva quello del gruppo montuoso “Sora el Píš”, ovvero sopra la cascata el Píš.

Domande ?

Come si arriva al rifugio Vandelli?

Ci sono principalmente tre opzioni per andare al Rifugio Vandelli. La strada più breve e meno faticosa è lungo il sentiero n° 215, con inizio al Passo Tre Croci. Però ti consiglio i sentieri 213 e 216, sempre con partenza dal Passo Tre Croci. Questo percorso è a mio avviso molto più bello. Inoltre, potrai fare al ritorno la strada più breve (sentiero 215).
La terza opzione è di partire da Federavecchia (1368 m) e seguire il sentiero n° 217 abbastanza ripido e faticoso.

Compass directions

Quanto tempo ci vuole per fare il giro del Sorapiss in un giorno?

A meno che tu non sia uno skyrunner, un tempo medio per un forte camminatore, abile e veloce anche sulle vie ferrate, è di circa 9-10 ore (senza transitare per il rifugio San Marco, ma imboccando invece il sentiero n° 247 al termine del Sentiero Minazio). Se non hai ambizioni atletiche, ti consiglio vivamente di fare il giro in due giorni!

Sky-runner: the loop around the Sorapiss

Si trova acqua facendo il giro del Sorapiss?

Un paio di centinaia di metri prima del Bivacco Slataper (sul sentiero 247) c’è un piccolo ruscello. Non fare affidamento su di esso al 100% però, potresti trovarlo in secca. Nel giro ad anello del Sorapìs, non portare abbastanza acqua è uno dei principali errori che si possono commettere.

Water source along the Sorapiss circuit

Cosa fare in caso di temporale?

Naturalmente dipende dove ti trovi quando arriva il temporale. Valuta le distanze ed il tempo necessario per raggiungere uno dei due bivacchi o il rifugio, ed affrettati nel raggiungere il più vicino. NON cercare una via di fuga sui sentieri n° 277 (dal Bivacco Comici) e neppure sul sentiero n° 241 (innesto sulla Cengia del Banco), chiuso per frana e davvero pericoloso! Ti suggerisco inoltre di dare un’occhiata, su questo sito, alla pagina dedicata a temporali e fulmini.

Lightning dangers


Articoli correlati

Sul sito di Edi Pompanin:
Il giro del Sorapis.
Su questo sito:
Vuoi fare il giro del Sorapiss insieme a me?
Il Lago di Sorapiss, una perla da preservare.
La via Magic Fox sulla Torre dei Sabbioni.
La via normale alla Punta Nera.
Una storica salita sulla severa parete nord del Sorapis.


Enrico Maioni Mountain Guide Dolomiti

Enrico Maioni

Guida Alpina, nato e cresciuto a Cortina d’Ampezzo, con un ampia conoscenza delle Dolomiti e anni di esperienza in montagna.
Questo è il mio blog. Vuoi ricevere i miei post via e-mail? Iscriviti alla Newsletter!