Una breve escursione primaverile a Son Pouses
Oggi ti suggerisco una facile escursione a Son Pouses, alle pendici meridionali della Croda de r´Ancona. Si tratta di un giro ad anello di un paio d’ore, che non presenta alcuna difficoltà tecnica.
Soprattutto in primavera, quando la neve in quota preclude l’accesso ad altri meravigliosi angoli delle Dolomiti, salire a Son Pòuses può essere un’ottima alternativa.
Il colle, poiché infatti non si tratta di una vera e propria vetta dolomitica, si innalza a quota di 1829 metri sopra la statale d’Alemagna. Nel corso della Grande Guerra, Son Pouses divenne un punto strategico per impedire l’avanzata delle truppe italiane verso nord.
Ma di questo ti dirò dopo, ora parliamo della nostra breve escursione.
Descrizione dell’escursione
Accesso
Da Cortina in auto al Tornichè. Il tornichè è il primo tornante che si trova sulla strada Cortina – Dobbiaco, a circa 8,5 chilometri dal centro di Cortina. Qui trovi un ampio parcheggio, ed ha inizio la stretta stradina che porta a malga Ra Stua. La località si chiama S. Uberto, santo patrono dei cacciatori.
Itinerario ad anello a Son Pouses
Quello che vado a descrivere è un percorso ad anello, che propongo in senso orario. Nel caso tu voglia farlo in senso opposto, avrai la possibilità di allungarlo e proseguire fino a Malga Ra Stua [1].
All’inizio della strada che sale a Ra Stua, appena oltre la sbarra, imbocchiamo sulla sinistra un sentiero che indica il “Percorso pedonale per Malga Ra Stua”. Il sentiero si inoltra dolcemente nel bosco, per poi farsi più ripido e giungere sulla strada asfaltata.
Poco oltre, sul lato opposto della carrabile, il cammino prosegue in salita fino ad un belvedere da dove si gode una fantastica vista sulle Tofane e sul Valon Bianco.
Ora il nostro sentiero corre per un breve tratto parallelo alla strada, fino ad un bivio. Siamo a quota 1551 m, e una chiara segnaletica ci indica la via da seguire per raggiungere Son Pouses.
Qui ha inizio la vera salita, dapprima nel bosco, poi su ghiaione. In breve si giunge ad un ulteriore bivio: a sinistra per malga Ra Stua, ma noi prendiamo a destra in direzione della nostra meta.
Risalendo in diagonale le ghiaie, riguadagniamo il bosco. Alcuni ruderi dei vecchi ricoveri dei soldati appaiono quasi all’improvviso, segno questo che siamo quasi giunti a Son Pouses.
Ed infatti, eccoci arrivati al traguardo, dove possiamo goderci un’a magnifica vista sulla valle sottostante e su alcune maestose cime delle Dolomiti. Girovagando un po’, scoprirai fortificazioni, trincee e gallerie, tristi memorie di stenti e sofferenze.
Sulla piatta sommità troverai anche, cosa strana, alcune piante da frutto, ormai rinsecchite, i “meli di Son Pouses”. Qualcuno ipotizza che gli alberi furono piantati dagli Standschützen durante la Grande Guerra, altri sostengono invece che siano nati spontaneamente dai torsoli dei frutti mangiati nelle trincee durante i combattimenti. La verità non si potrà però mai sapere.
Dopo la meritata sosta, ha inizio la discesa, a tratti ripida ma comunque priva di difficoltà. In circa una ventina di minuti si arriva alla base di alte placconate calcaree, attrezzate per l’arrampicata sportiva. La palestra di Son Pouses fu una delle prime palestre d’arrampicata di Cortina, attrezzata dagli Scoiattoli agli inizi degli anni ’80. Ciò che caratterizza questa palestra rispetto alle altre falesie di Cortina è il tipo di roccia, che in questo caso non è dolomia, ma è un bel calcare a placche e pance verticali.
Superata la falesia, il sentiero prosegue nel bosco, ed in breve arriva al suo termine, sulla strada asfaltata che sale a Ra Stua. Percorrendola, in un paio di minuti arriviamo al parcheggio, punto di partenza della nostra escursione a Son Pouses.
Dislivello
410 metri
Tempo
1h 45m
Cartografia
Carta Topografica Tabacco n. 03 – Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane – scala 1:25.000

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Son Pouses in tempo di guerra
Il buio è impenetrabile, specialmente nel bosco e tutto il pendio del Son Pouses riecheggia di urla mostruose, non più di voce umana, ma animalesca. Rantoli, grida rauche, lamenti talora flebili talora urlati, pianti, richiami con versi indescrivibili da far rabbrividire e accapponare la pelle. Un girone infernale che avvolge la montagna, fatto di mille echi agghiaccianti dei soldati immobilizzati a terra.
Tratto dal libro Il soldato che correva, capitolo La montagna, paragrafo 10
La postazione di Son Pòuses domina la sottostante via d’accesso a Dobbiaco, e offre una veduta impareggiabile verso la valle d’Ampezzo.
Nel 1915, all’inizio della guerra, Ampezzo era il più piccolo Capitanato dell’Impero Asburgico.
Gli austriaci si resero subito conto che Cortina era difficilmente difendibile, e abbandonarono la valle in maggio, prima ancora dell’inizio della guerra.
E fu proprio a Son Pouses, oltre che sulla Croda de r’Ancona e creste vicine, che gli austro-ungarici allestirono lo sbarramento difensivo contro l’avanzata italiana verso nord.
Già dal 1913, in previsione di un conflitto armato con l’Italia, Son Pouses venne trasformato in una rocca fortificata. Il 19 maggio, cinque giorni prima dell’inizio della guerra, vennero inviati a Son Pouses 135 soldati ampezzani e 60 capi di bestiame.
Allo scoppio della guerra la difesa dell’area fu affidata agli Standschützen ampezzani che poterono così vedere il micidiale effetto delle granate che, proprio da Son Pòuses, bombardarono Cortina.
Per gli italiani, che meditavano di giungere al Brennero attraverso la Val Pusteria, lo sbarramento di Son Pòuses rappresentava un ostacolo da superare ad ogni costo.
Il primo tentativo risale ai giorni 7-8 giugno 1915, quando le truppe italiane risalirono la valletta che costeggia sulla destra la muraglia grigia di Son Pòuses, dovendosi però arrestare di fronte all’implacabile fuoco delle mitragliatrici.
Non mi dilungo nel raccontare gli eventi bellici, dei quali la mia conoscenza è assai limitata. Basti sapere che nel secondo tentativo di conquistare il settore (7-27 giugno 1915) gli italiani persero 324 uomini a cui si aggiunsero 2826 feriti e 85 dispersi.
Son Pòuses si rivelò anche questa volta inespugnabile, tanto più micidiale in quanto la sua artiglieria bombardava con insistenza le posizioni italiane verso Val Grande, le Creste Bianche, la Val Felizon e il Forame.
E Son Pouses, malgrado i continui attacchi, non verrà mai conquistato dalle truppe italiane.
Note
- Come ho detto sopra, trattandosi di un percorso ad anello il giro si può fare ovviamente anche in senso antiorario. In questo caso per imboccare il sentiero bisogna salire lungo la stradina asfaltata per circa 150 metri oltre la sbarra fino ad incontrare, sulla destra, una tabella segnaletica con l’indicazione per Son Pouses.
Facendo il giro in senso antiorario, si può decidere di allungarlo nel seguente modo:
una volta raggiunta la sommità di Son Pouses, si inizia la discesa nel bosco sul versante ovest. Lungo il percorso si incontrano i ruderi di alcune casermette in muratura. Si attraversa un ghiaione e si prosegue in discesa fino a giungere ad un bivio con chiare indicazioni. Prendendo a destra, dopo una breve salita e un lungo tratto pressoché pianeggiante, il sentiero ci porterà all’agriturismo di Ra Stua.
Per chiudere l’anello non resta che scendere per brevi tratti lungo la strada, approfittando però dei numerosi caratteristici passaggi pedonali, quali il “Sentiero delle cascate del Boite”.