Il Sentiero 0, la Val Montsela e il bivacco Dall’Oglio
Se ami la montagna e stai cercando un posto tranquillo, voglio parlarti oggi del Sentiero 0 (leggi sentiero zero), la Val Montesela e il bivacco Dall’Oglio. Il mese di agosto appena trascorso ha visto una moltitudine di turisti affollarsi nei luoghi più conosciuti della Valle d’Ampezzo, privando i veri amanti della montagna della pace e tranquillità che questo magnifico ambiente ci dona.
Luoghi meravigliosi come il piccolo Lago di Sorapiss, l’area dell Cinque Torri, le Tre Cime di Lavaredo vengono prese d’assalto da frotte di umani che, ahimè, stravolgono la bellezza del territorio.
Fortunatamente però sulle cime e nei boschi di Cortina non mancano certo angoli ameni e solitari, sconosciuti ai più. Uno di questi è senza alcun dubbio la Val Montesela, dove un tempo si poteva trovar ricovero nello spartano bivacco Pia Helbig Dall’Oglio.
Il bivacco sorgeva all’entrata della Val Montesela, o più precisamente Ra Montejèla in ladino. Un luogo incantevole, un’ampia valle racchiusa tra le pareti di Ra Geralbes e la Pala de Ra Fedes.
Il termine Montejèla significa “piccolo pascolo” (nella lingua ladina infatti, “mónte”, sostantivo femminile, significa “pascolo alpestre”).
In questo caso si tratta ovviamente di un pascolo di camosci, in quanto la zona non è accessibile alle grèggi ne, tantomeno, agli armenti.
Per arrivarci bisogna inerpicarsi lungo il famoso sentiero 0. Come però è successo per altri cammini, il percorso non è più segnalato. La stessa sorte hanno avuto infatti altri sentieri, sia per ragioni di dubbia sicurezza, sia pure per preservare dall’antropizzazione alcune zone sensibili dove è giusto lasciare indisturbata la fauna stanziale.
Siamo al cospetto della Croda Rossa, nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Il sentiero zero era nato per agevolare l’accesso al bivacco Dall’Oglio, collegando Cianpo de Crosc alla Val Montesela, passando per il Pian de Socroda. Va detto che il sentiero zero si può imboccare anche da Lerosa, oppure nei pressi della Crosc del Gris, e risulta utile anche come percorso alternativo per raggiungere Foses ed il rifugio Biella.
Non ritengo però giusto fornire informazioni dettagliate sul come trovare e percorrere il famoso sentiero, innanzitutto per i motivi sopra citati, ed anche perché si tratta di un sentiero non adatto a tutti, che può rivelarsi pericoloso se non affrontato con competenza.
Non tutti, lo so, saranno d’accordo con questo mio modo di vedere. Qualcuno sostiene che la montagna è di tutti, e che tutti hanno diritto di usufruirne. Se la descrizione dell’itinerario è ben fatta e dettagliata, se le difficoltà ed i possibili pericoli vengono ben evidenziati, allora sta al buon senso dell’escursionista valutare obiettivamente le sue capacità e decidere se intraprendere l’escursione.
Ma in tanti anni di attività di guida alpina e di soccorso in montagna ho potuto ben constatare che gran parte degli incidenti occorre proprio per la mancanza del buon senso. In molti ignorano avvisi e raccomandazioni. “Cosa vuoi che sia”, “so benissimo come fare”, “sono anni che vado in montagna”… ma spesso poi, tocca al Soccorso Alpino andare a recuperare questi “esperti”.
In secondo luogo, sostengo con convinzione l’assoluta necessità di preservare dall’antropizzazione alcune zone sensibili. Purtroppo non tutti coloro che visitano la montagna lo fanno con rispetto verso di essa. Questo fatto è innegabile e si manifesta palesamente sempre più. Tanti sono i casi di maleducazione ambientale, vedi ad esempio cosa sta succedeno al meraviglioso lago del Sorapìs.
Ma torniamo ora all’argomento principale di questo articolo, il sentiero Zero ed il bivacco dall’Oglio.
Per guadagnare Ra Montejèla, dopo un primo ripido tratto del cammino è necessario abbandonare il sentiero 0 poco oltre la “Madonna della solitudine“, e seguire una debole traccia in direzione ovest.
Facendo attenzione, non è troppo difficile individuare il percorso da seguire, ma è necessario passo fermo ed attitudine a muoversi su un terreno sconnesso e a volte infido, dove un’eventuale caduta potrebbe avere conseguenze fatali.
La via sale prevalentemente lungo un ripido pendio erboso, evitando le pareti rocciose soprastanti, fino alle porte della Val Montesela, una magnifica terrazza altamente panoramica.
Ineguagliabile è la vista su Tofana di Mezzo e Tofana Terza, il Col Bechei e il Valon Bianco, la Croda d’Antruiles, Lavinores e Croda Camin. I verdi pascoli di Lerosa sono poco distanti, e ad un tiro di schioppo si leva la Croda de r’Ancona, triste teatro di cruenti atti di guerra.
Nonostante la modesta altitudine (2366 m) la Croda de r’Ancona offre una vastissima visuale in ogni direzione. È per questo motivo che gli austro-ungarici decisero fin dall’inizio della guerra di abbandonare Cortina, difficilmente difendibile, ed appostarsi sulla Croda de r’Ancona, da dove potevano controllare al meglio la sottostante strada di Alemagna, sbarrando così agli italiani la via verso nord. Strategicamente la scelta fu ineccepibile: nonostante i numerosi attacchi fin dai primi giorni di guerra e le gravi perdite subite, gli italiani non riuscirono mai a conquistare la Croda. Su questa tondeggiante e poco frequentata montagna sono ancora oggi ben visibili gallerie ed altre memorie di guerra. Si tratta di un’altra mèta appetibile se vuoi fuggire dalla folla, clicca sul link per saperne di più su come salire sulla Croda de Ancona.
Ma torniamo ora a Ra Montejela, una valle lunga e silenziosa, chiusa ad ovest dalla Croda Rossa. Proprio all’ingresso de Ra Montejela, su questo panoramica terrazza, sorgeva il bivacco Dall’Oglio.
Il bivacco Pia Helbig Dall’Oglio fu realizzato nel 1964 ad opera della Fondazione Antonio Berti, inaugurato nel settembre 1965 ed assegnato alla Sezione CAI Cortina d’Ampezzo.
In origine la struttura era stata concepita per agevolare gli alpinisti intenzionati a salire sulla Croda Rossa d’Ampezzo. Col passare degli anni però, il ricovero divenne presto una “seconda casa” per pseudo alpinisti che lo utilizzavano per soggiorni prolungati con gli immaginabili effetti sull’ambiente e sulla struttura.
Nel 1984, a causa dei danni dovuti all’uso improprio fattone, il bivacco fu privato dell’arredo e trasformato in un semplice riparo di emergenza. Smantellato completamente nel 2013, è ora definitivamente scomparso.
È intitolato a Pia Helbig, prima moglie prematuramente scomparsa dell’Accademico del CAI e del Gism Marino Dall’Oglio, che ne finanziò l’opera e che morì nello stesso anno del suo amato bivacco.
Una volta smantellato il bivacco, il sentiero zero non fu più mantenuto, restituendo a Ra Montejela le sue caratteristiche che più mi piacciono: un luogo selvaggio e solitario, visitato raramente da poche persone alla ricerca di un posto tranquillo, dove la natura la fa da padrone.
Se ti ho incuriosito ed intendi goderti lo spettacolo offerto dalla Val Montesela, ricordati che per arrivarci è indispensabile una buona esperienza nel muoversi al di fuori dei sentieri battuti. Del sentiero 0 rimangono soltanto pochi sbiaditi segnavia, ed il poco transito fa sì che il sentiero va via via scomparendo.
Ecco, questa volta ho voluto raccontarti di un altro angolo di paradiso nascosto tra queste belle montagne. Se ci andrai, non ne rimarrai certamente deluso, ed una volta di più capirai quanto la vera montagna sa dare.