Alpe e laghi di Fòses, altopiano di Sennes e Fodara.
Questa magnifica camminata ci porta nella conca glaciale dei laghi di Fòses, per poi proseguire verso i rifugi Biella, Sennes e Fodara, e scendere infine a Malga Ra Stua, punto di partenza della nostra escursione.
L’itinerario non presenta difficoltà se non la lunghezza del percorso, che richiede un buon allenamento. Va detto però che il percorso può essere abbreviato in vari modi, come potrai leggere in seguito.
Brevi informazioni sui luoghi che visiterai
- Partenza da Malga Ra Stua, situata nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Il rifugio è caratterizzato da una bellezza unica e da un’architettura tipica ampezzana. Nelle vicinanze della malga, è possibile osservare mucche e cavalli al pascolo, mentre i vasti prati e le dolci colline circostanti donano una profonda sensazione di serenità.
- L’Alpe di Fòses è un’incantevole oasi naturale non solo per la sua eccezionale posizione in alta quota, ma anche perché rappresenta il luogo ideale per chi cerca un rifugio tranquillo dove potersi immergere nella quiete e nella bellezza del paesaggio circostante. Questo luogo, ameno e solitario, è da secoli utilizzato dagli ampezzani come pascolo per le greggi.
- A nord la Cròda del Béco sovrasta il rifugio Biella. Il monte deve il suo nome a una colonia di stambecchi che dagli anni ’70 si è stabilita sulle sue pendici. Il suo nome tedesco “Seekofel” significa semplicemente “Picco sul lago” (di Braies). La montagna, ben visibile da Cortina, segna il confine tra le province di Belluno e Bolzano.
- L’altopiano di Sennes e l’omonimo rifugio si trovano nel cuore del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, circondati da meravigliose cime dolomitiche. Gli altopiani di Fanes e Senes sono caratterizzati da fenomeni di carsismo nelle forme più svariate. Di notevole interesse è la flora presente in tutta l’area che comprende tra l’altro alcune rarità, soprattutto il bellissimo Semprevivo delle Dolomiti. Il Sempervivum dolomiticum è la specie simbolo del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, in quanto è una delle specie endemiche con areale ristretto alle Dolomiti; il suo habitat sono le lastronate calcaree degli altopiani carsici di Fòses, Senes e Fanes.
- Fodara Vedla è una località situata poco sopra Pederü, nei pressi di San Vigilio di Marebbe, dove da molti anni si trovano tabià e üties (malghe) che servivano da rifugio per animali e pastori che trascorrevano le estati in alta quota. Ancora oggi, i contadini di Marebbe portano gli animali al pascolo sugli alpeggi di Fodara Vedla durante il periodo estivo. In questa zona, è possibile godere dei profumi della fioritura primaverile che dipinge lo spettacolare paesaggio con mille colori.
Informazioni spicciole
Il percorso integrale richiede circa 6 ore.
Malga Ra Stua – Lago di Fòses: 2h 15min
Lago di Fòses – Rifugio Biella: 45 min
Rifugio Biella – Rifugio Sennes: 45 min
Rifugio Sennes – Rifugio Fodara: 45 min
Rifugio Fodara – Malga Ra Stua: 1h 30 min
Alcune varianti al percorso permettono di accorciare notevolmente i tempi.
Il dislivello complessivo in salita è di circe 720 metri. La lunghezza è di circa 17 chilometri.
L’escursione si sviluppa nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo e nel Parco Naturale delle Dolomiti di Fanes Sennes Braies, a nord di Cortina d’Ampezzo. Le due aree formano un’unica area protetta, a cavallo dei confini provinciali e regionali.
Accesso
Punto di partenza e arrivo del nostro bel giro ad anello è Malga Ra Stua, nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo. Ra Stua è facilmente raggiungibile in auto nei periodi di bassa stagione, oppure avvalendosi del servizio navette in alta stagione, quando la strada per Ra Stua è chiusa al traffico (solitamente dal primo sabato di luglio alla prima domenica di settembre). Il grande parcheggio delle navette è posto 200 m a sud dell’Hotel Fiames, sulla SS. n. 51, 4 km nord da Cortina.
Per raggiungere Malga Ra Stua da Cortina in auto, devi percorrere la strada che conduce a Dobbiaco e fermarti al primo tornante, noto come “Tornichè”, che dista circa 8 chilometri dal centro di Cortina. Questa località è conosciuta come S. Uberto, il santo patrono dei cacciatori. In questo punto, c’è un ampio parcheggio e puoi imboccare la stretta stradina che porta alla Malga Ra Stua.
Itinerario
Mi limito a segnalare i punti salienti del percorso, in quanto l’abbondante segnaletica lungo il sentiero permette di orientarsi senza alcun problema.
Da Malga Ra Stua a Campo Croce
Parcheggiata la vettura, incamminarsi lungo l’evidente stradina (sentiero n. 6) che si inoltra in direzione nord attraversando verdi pascoli a alcune abetaie. Questo primo tratto è molto comodo, la pendenza si percepisce appena ed è l’ideale per scaldare un po’ i muscoli.
In poco tempo si raggiunge la località Ciànpo de Croš (Campo Croce. La lettera š si pronuncia come in italiano liscio, fascio).
Qui si trovano le sorgenti del Boite, il torrente dalle acque cristalline che attraversa Cortina.
Ci troviamo ad un bivio, quota 1.758 m. Sulla sinistra il sentiero n. 9 svolta ad ovest e sale a Fodara Vedla, ma noi proseguiamo dritti.
Più su, il Cason de Cianpo de Croš (piccola baita di proprietà delle regole d’Ampezzo) fa bella mostra di sé.
Poco oltre il bivio, un altro crocevia ci indica la strada da seguire. Abbandoniamo la comoda stradina che si inoltra nella Val Salata, in direzione di Sennes, e prendiamo a destra il sentiero n.26, che attraversa dapprima il prato e poi sale ripido nel bosco. Questo è il tratto più faticoso dell’intera escursione.
Da Campo Croce ai laghi di Fòses

Da Cianpo de Croš il sentiero si inerpica nel bosco, passando nel valico a destra delle Crépe de Socròda, per poi proseguire in piano e nuovamente in salita fino alla Croš del Griš.
La croce è eretta in memoria di Simone Alverà detto Griš, “grigio” nell’idioma locale. Proprio quassù il Griš fu brutalmente assassinato dalla moglie, a colpi di scure, a metà dell’800. Se vuoi saperne di più puoi leggere qui la storia del cruento delitto.
Poco oltre la croce il nostro sentiero scende brevemente per poi proseguire in piano. Ora l’ambiente si fa ancora più magico e solitario.
Lasciamo alla nostra destra, in basso, il piccolo Lago de Rémeda Rosés, e proseguiamo fino al Lago Piccolo di Fòses (Lago Pizo de Fòses) ed infine il Lago Grande di Fòses (Lago Gran de Fòses – quota 2.142 m). Quest’ultimo è dei tre laghi l’unico perenne. Infatti una caratteristica (rara in Dolomiti) dell’intero altopiano di Fòses è l’accentuato carsismo. Poiché l’acqua piovana reagisce chimicamente con la roccia calcarea, scava al suo interno cunicoli e gallerie che provocano il deflusso sotterraneo di acque piovane, di disgelo e sorgive.
Un’altra caratteristica della conca glaciale dei laghi di Fòses è la presenza di un’ampia zona umida di grande valore naturalistico dove si possono trovare specie floreali rare e in pericolo di estinzione, nonché resti dell’era glaciale.
Ci troviamo nel regno delle marmotte, ricco di antiche storie e leggende. Una curiosità: nel 1700 la zona era infestata da serpenti; su richiesta degli ampezzani, il Papa Pio VI scrisse un Breve Apostolico che prescriveva preghiere e digiuni per liberare “di venefici e nocivi animali e immondi spiriti il monte di Infosses…”
Anche dal punto di vista alpinistico a Fòses accadde un fatto curioso e degno di nota. Alla fine dell’800 la mitica guida ampezzana Angelo Dibona, allora giovanissimo, compì quassù la sua prima ascensione. Era aiuto pastore al Cason de Fòses, quando si cimentò in quella che fu la sua prima vera scalata. Puoi leggere qui l’intera vicenda. Su un rilievo nei pressi del lago una graziosa baita (Cason de Fòses) ospita ancora oggi, nei mesi estivi, il pastore.
Dal lago di Fòses ai rifugi Biella e Sennes

Dal Cason de Fòses prendiamo il sentiero che affianca il lago sul lato ovest, in direzione nord. Dopo un breve tratto in salita si giunge al rifugio Biella, in circa 40 minuti.
PERCORSI ALTERNATIVI PIÙ BREVI
- se vuoi abbreviare il percorso, puoi fare a meno di passare al rifugio Biella e dirigerti direttamente a Sennes. In questo caso dal Cason de Fòses devi incamminarti verso ovest e risalire un pendio per poi proseguire fino alla “Ota del barancio” (la curva del pino mugo). Qui il sentiero incrocia la strada sterrata che sale dalla Val Salata. Proseguendo in leggera salita in poco tempo si arriva al rifugio Sennes.
- dove il sentiero incrocia la strada sterrata che sale dalla Val Salata, puoi percorrerla per pochi metri in discesa fino ad una secondo incrocio. Svoltando a destra potrai dirigerti verso il rifugio Fodara Vedla, evitando di passare al rifugio Sennes.
- come terza opzione, la più breve in assoluto, puoi continuare a scendere lungo la Val Salata fino a Malga Ra Stua.
Il rifugio Biella (quota 2.327 m), Seekofel Hütte in lingua tedesca, rappresenta un crocevia di numerosi itinerari nel Parco Naturale d’Ampezzo e dei confinanti parchi di Sennes, Fanes e Braies. L’edificio in pietra ben si mimetizza con le rocce circostanti. Nei pressi del rifugio, situato alla base della Croda del Béco, si stacca un sentiero che permette l’ascensione alla caratteristica Croda dalla quale si gode di un eccezionale panorama.
Ancora oggi in Ampezzo la montagna nota come Croda del Becco viene chiamata “el Cu de ra Badessa”. La forma arrotondata del monte ricordava un tempo altre forme, il lato “B” della Badessa di Sonnenburg, l’energica guerriera Verena von Stuben. Se ti incuriosisce questa storia puoi leggerla sul ricco sito di Ernesto Majoni, “Ra me Crodes”.
Dopo una meritata pausa al rifugio, si prosegue in direzione ovest sulla strada sterrata che passa sotto gli inclinati strati calcarei della Croda del Béco. In breve si arriva ad un bivio dove suggerisco di abbandonare la carrareccia e svoltare a destra sul sentiero n. 6 che sale verso il Col de Ra Siores. La voce šióra, pl. šióres, ‘signora, donna ricca’ non è mai riferita alle ampezzane, ma solo alle forestiere e forse questo toponimo ricorda le prime turiste sulle Dolomiti (dal libro “Pallidi nomi di monti”, di Lorenza Russo).
In basso si scorge ora il rifugio Sennes, che si raggiunge in poco tempo.
Dal rifugio Sennes al rifugio Fodara Vedla

Il rifugio Sennes 2.126 m è situato nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies. La Famiglia Palfrader “Corjel” costruì il rifugio Sennes tra il 1937 e il 1939. Il rifugio fu inaugurato negli anni ’40 e da allora è aperto sia d’estate che d’inverno.
Nel 1962, quando fu scoperta una fonte d’acqua sotto la cima del Col de Riciogogn, furono apportate grandi modifiche. Una tubatura di circa 4 km fu installata per portare l’acqua al rifugio, insieme ad un generatore di corrente e un impianto di riscaldamento a termosifoni con caldaia a legna. Nel 1968, i militari costruirono una pista di atterraggio di 450 metri e, nello stesso periodo, fu realizzata anche la strada che permette di raggiungere Sennes in fuoristrada. Nel 1985, il rifugio subì un’importante ristrutturazione per renderlo come lo vediamo oggi.
Il tratto dal rifugio Sennes al rifugio Fodara Vedla si sviluppa quasi interamente in piano. Anche in questo caso suggerisco di non seguire interamente la strada bianca, ma di approfittare di una scorciatoia che oltre ad evitare alcuni tornanti della stradina permette di osservare al meglio la variopinta flora della zona.
Dal Sennes incamminarsi sulla lunga spianata dell’ex aeroporto militare. Arrivati sulla carrareccia, seguirla brevemente fino ad incontrare, sulla sinistra, l’evidente sentiero-scorciatoia che conduce al rifugio Fodara Vedla.
Dal rifugio Fodara Vedla a Malga Ra Stua

Il rifugio Fodara Vedla è situato in un luogo bellissimo, immerso nel verde dei prati e circondato da pini cembri e piccole malghe alpine. Può vantare cent’anni di storia, in quanto tutto ebbe inizio nel 1923 quando Hans Mutschlechner iniziò a ristrutturare una vecchia caserma abbandonata. Oggi non sfugge all’occhio la graziosa chiesetta fatta costruire da Hans in segno di ringraziamento quando tre suoi figli ritornarono sani e salvi dalla guerra.
Dal rifugio Fodara a Malga Ra Stua il percorso è comodo e quasi interamente in discesa. Iniziamo quindi il cammino, sul sentiero n. 9 che in breve porta al confine tra Alto Adige e Veneto, e allo stesso tempo al confine dei due Parchi Naturali. Poco prima del confine troviamo il lago de Rudo de Sòte o de Fodàra. Alimentato dalle acque di disgelo, questo piccolo lago ha vita breve: colmo in primavera, in autunno è quasi sempre in secca.
Potrai decidere se seguire integralmente la strada bianca o avvantaggiarti della scorciatoia che si prende poco oltre il confine, quando la carrareccia svolta dolcemente a destra. In ogni caso scenderai attraversando una magnifica foresta subalpina di abete rosso e larice, che si estende fino all’altopiano di Rudo. Non ritenuto importante per la produzione di legname, il bosco è costellato di piante secolari, chiamate “ciòces”, che creano un habitat ideale per la fauna selvatica, come il picchio tridattilo e la civetta nana.
Curiosità: in ampezzano il termine ciòcia, pl. ciòces significa chioccia (gallina con i pulcini). Con lo stesso nome si indica l’abete con grande e folta chioma, sotto il quale si rifugia il bestiame alpeggiato, proprio come i pulcini sotto le ali della chioccia.
La discesa termina a Ciànpo de Croš, alle sorgenti del Boite, dove sei passato in mattinata. Ora non resta che proseguire sulla stradina e concludere a Malga Ra Stua questa bella escursione ai laghi di Foses e sugli altopiani di Sennes e Fodara.
P.S. Ringrazio il Sig. Giovanni Novello, autore della bella immagine a inizio pagina.
Punti d’appoggio:
Rifugio Malga Ra Stua
Rifugio Biella
Rifugio Sennes
Rifugio Fodara Vedla
Escursioni nella stessa zona:
Croda de r’Ancona, alla ricerca della solitudine.
Bus de r’Ancona, il buco creato dal diavolo.
Sentiero Zero e Val Montejela, un posto tranquillo.
Son Pouses, la roccaforte degli Standschützen.