Le più belle escursioni a Misurina e dintorni.
Le possibili passeggiate ed escursioni a Misurina sono numerose, ma se stai cercando un modo indimenticabile per vedere le Dolomiti non puoi perderti la salita ai ruderi del rifugio Popena.
Sicuramente quella che vado a descrivere è una delle più belle gite che puoi fare nei dintorni del Lago di Misurina. Infatti, il famoso lago non è soltanto un affollato luogo turistico con numerosi negozi di souvenir. Misurina è soprattutto il punto di partenza di numerosi sentieri: facili e brevi, come il giro del lago, ma anche lunghi ed alpinistici.
L’escursione ai ruderi del rifugio Popena è una camminata prevalentemente comoda, ma presenta comunque un breve tratto dove è necessario un passo sicuro. Come infatti vedrai se prosegui nella lettura, poco prima di arrivare a forcella Popena (2.214 m) il sentiero si fa ripido su un terreno ghiaioso friabile ed esposto, dove una caduta potrebbe avere spiacevoli conseguenze.
Se questo ti spaventa, magari perché sei poco avvezzo alle escursioni in montagna, sappi che c’è un’altra via per arrivare alla forcella Popena ed ai resti dell’omonimo rifugio. Mi riferisco al sentiero che si sviluppa nella Val Popena. Clicca sul link qui di seguito per la descrizione del percorso: la Val Popena e il rifugio dimenticato.
Ma torniamo alle più belle escursioni a Misurina, ed in particolare al percorso ad anello che vado ora a descrivere. Suggerisco di percorrere l’itinerario in senso orario, in quanto il tratto più impegnativo risulta più agevole se percorso in salita. I sentieri che dovrai percorre sono, nell’ordine: 224b – 222 – 224.
Non mi dilungo in spiegazioni dettagliate sul come raggiungere Misurina, la più alta frazione del Comune di Auronzo di Cadore. Soltanto poche parole a tal proposito: da Auronzo di Cadore direzione Misurina; da Cortina d’Ampezzo attraverso passo Tre Croci; da Dobbiaco per Carbonin.
Accesso al sentiero 224b per forcella Popena
Punto di partenza della nostra escursione è l’agriturismo Malga Misurina. La malga è situata in posizione panoramica a 1.795 m di quota, nelle immediate vicinanze del lago di Misurina. Nei periodi di bassa stagione potrai parcheggiare vicino alla malga, ma evita di farlo in alta stagione in modo di lasciare spazio agli avventori del bar-ristorante.
Il cammino, ben segnalato, ha inizio proprio a fianco della malga e punta deciso al bosco sopra di essa, poco distante.
Itinerario
Ha ora inizio l’escursione, e quasi subito si giunge ad un bivio: qui bisogna svoltare a sinistra (sud) e proseguire sul sentiero 224b.
Il sentiero è molto comodo, e con un primo tratto in diagonale seguito da alcuni zig-zag dopo circa 200 metri di dislivello porta ad un secondo bivio. Si tratta dell’innesto con il sentiero n.222, che utilizzerai in discesa.
Continua invece sul 224b, svoltando decisamente a sinistra. Il percorso prosegue con una lunga e panoramica diagonale sopra i boschi a monte di Pousa Marza, che si scorge più in basso.
Ti segnalo che è possibile raggiungere la nostra meta, forcella Popena e i resti del rifugio omonimo, anche dal Ponte sul Rudavoi, oppure da Pousa Marza, raggiungibile in mezz’oretta dalla vecchia casa cantoniera di Ruvietta. In questo caso però, sarà opportuno organizzarti con due vetture, e lasciarne per il rientro una a Misurina.
Se oltre alle escursioni estive ti piace camminare in inverno, ti suggerisco la bella escursione a Pousa Marza con le racchette da neve.
La vista da quassù è meravigliosa, spazia dalle Tre Cime ai Cadini di Misurina, dal selvaggio gruppo delle Marmarole alla severa parete nord del Sorapis, scalata insieme all’amico Francesco molti anni fa.
Arriva ora il tratto più impegnativo del percorso. Siamo al termine della lunga diagonale e una chiara indicazione ci suggerisce la salita di un ghiaione poco invitante.
In pochi minuti giungiamo sotto le rocce, dove fa bella mostra di sé ad un antico cippo di confine. Il cippo serviva un tempo a marcare il confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l’Impero Austroungarico, datato 1753.
L’Italia è un paese con una storia lunga e ricca, ed i cippi di confine ne sono un riflesso.
Questi cippi sono stati usati per secoli per segnare i confini dell’Italia, ed ognuno ha la sua storia da raccontare.
In questo blog ho raccontato la storia ed il significato di uno di questi cippi, quello della Muraglia di Giau.
Oltrepassiamo l’antico manufatto ed iniziamo a salire lungo un ripido e franoso canale. Questo è il tratto più difficile: niente di che se sei un escursionista esperto, ma sicuramente disagevole se non lo sei. Come ho già detto, qui una caduta potrebbe avere serie conseguenze. Quindi, tieni presente quanto segue: se stai cercando una passeggiata meno impegnativa, ci sono diverse escursioni a Misurina. Qualunque cosa tu scelga di fare, non ti pentirai di aver scelto questa magnifica zona delle Dolomiti.
Superato il ripido canale arriviamo al tratto finale, recentemente attrezzato con scale e passerelle in legno. Un bel lavoro, che però dovrà combattere con i violenti temporali ed i frequenti franamenti che, uniti all’inclemenza del tempo che passa, stanno modificando il territorio.
Siamo così arrivati al culmine della salita (2214 m) ed ai resti del rifugio Popena. Questo rifugio, nato da un’idea di Lino Conti, ha una storia straordinaria, che merita di essere conosciuta.
Non solo la storia di un rifugio, ma quella di un uomo che armato di una ferrea volontà lo costruì da solo, per vederlo vandalizzato e distrutto da ignoti. Se la storia del rifugio Popena ti incuriosisce, la puoi leggere su questa pagina del sito.
Ci troviamo a forcella Popena; davanti a noi i ruderi del rifugio, e alle sue spalle l’imponente mole del Piz Popena e più in basso, poco sopra di noi, il Corno d’Angolo. E ancora, la lunga e selvaggia Val Popena, molto frequentata in inverno dagli sci-alpinisti. Le Torri di Popena, Punta Michele, il Cristallino di Misurina.
Volgendo lo sguardo a sud, in lontananza si scorgono Croda da Lago e Becco di Mezzodì, e la sommità del Monte Civetta. A nord le Tre Cime, ad est i Cadini di Misurina… troppe e magnifiche sono le cime che vedi da quassù, elencarle tutte diventerebbe un mero elenco di nomi, bisogna vederle per assaporare appieno la bellezza di questo luogo!
Dopo la meritata pausa, ci incamminiamo in discesa lungo la Val Popena sul sentiero n.222, fino ad incontrare un primo bivio. Consiglio qui di svoltare a destra, seguendo il percorso che attraversa lungamente i ghiaioni che scendono ad ovest delle Pale di Misurina, e finisce a forcella delle Pale.
In alternativa, puoi continuare a scendere fino al successivo crocevia, dove si svolta a destra e si inizia a salire lungo il sentiero n° 224, che porta anch’esso a forcella delle Pale.
Con poca fatica si arriva alla sella. Qui c’è l’innesto con il sentiero n.224, che seguiremo in discesa fino a Malga Misurina, nostro punto di partenza. Anche qui, la vista sul panorama circostante è meravigliosa.
In basso il lago di Misurina, con i suoi pedalò, il formicolare dei turisti, gli autobus, auto e moto. Di fronte a noi, ad est, il gruppo dei Cadini e alla loro destra la lunga catena delle Marmarole. Uno spettacolo niente male!
Per concludere la nostra bella escursione a Misurina non ci resta che scendere lungo il comodo sentiero.
La discesa è facile e non presenta alcuna difficoltà. Il percorso si abbassa dolcemente, ed i 350 metri di dislivello che ci separano da Malga Misurina si percorrono volentieri.
In breve si giunge all’innesto con il sentiero che abbiamo percorso in salita, per poi proseguire a destra lungo lo stesso.
Curiosità
Ed eccoci al termine della nostra bella escursione a Misurina. Prima di arrivare alla malga, volgendo lo sguardo alle nostre spalle, un occhio attento potrà scorgere la slanciata sagoma della Guglia de Amicis. Sebbene la torre sia alta soltanto una sessantina di metri, la sua scalata è considerata una classica dell’alpinismo, forse per la sua storia. La vetta fu infatti raggiunta la prima volta nel lontano 1906 con una funambolica attraversata aerea, da Tita Piaz insieme al figlio di Edmondo de Amicis, il quale volle intitolarla al padre, celebre autore del libro “Cuore”.
L’ardito campanile presenta pareti ripide e strapiombanti su tutti i suoi lati, troppo difficile da superare in arrampicata in quegli anni.
Per conquistare la cima Tita Piaz si ingegnò una manovra di corda che consiste, in poche parole, in un’attraversata aerea lungo una corda fissata sulla parete alle spalle della guglia. I dettagli di questa ardita manovra sono ben descritti nella Guida dei Monti d’Italia di Antonio Berti – Dolomiti Orientali – Volume I – Parte 1°.