Da Ra Crosc de Ester al Sacrario Militare di Pocol
Quella che vado ora a descrivere è una piacevole e breve passeggiata che non tutti conoscono, un giretto a pochi passi dal paese, che ci permette di camminare in un ambiente suggestivo, tra boschi e salti rocciosi.
AVVICINAMENTO
Da Cortina al parcheggio di Socrepes, punto di partenza. Qui si può arrivare anche a piedi da Cortina (meno di mezz’ora dal centro del paese), o con i mezzi pubblici.
ITINERARIO
Dalla sommità del parcheggio una stradina asfaltata si inoltra in direzione sud tra le case dell’abitato di Lacedel, e prosegue poi in salita, ora sterrata, fino alla Croš de Ester (Croce di Ester).
Questa carrareccia (sentiero CAI 403) e la zona che essa incrocia è conosciuta in Ampezzo con il nome di “in pó Crepa”.
La Croš de Ester (o “de Šiora Ester”) ci ricorda la tragica fine della signora Ester Victoria Sprood, moglie inglese del calzolaio ampezzano Antonio Constantini, che in quel luogo si accasciò all’improvviso colpita forse da un fulmine o colta da infarto (non si sa bene) l’8 agosto del 1889, a settantatré anni. La storia del manufatto è ben descritta nel blog “Ramecrodes” di mio cugino Ernesto Majoni, più precisamente in questa pagina.
Ma torniamo alla nostra passeggiata, da Ra Crosc de Ester al Sacrario di Pocol. Poco oltre la Croce notiamo infissa su un albero alla nostra sinistra la segnaletica che ci indica il sentiero da seguire.
Non lasciamoci intimorire troppo dalla dicitura “per esperti” presente sul segnale: è vero che un breve tratto del sentiero supera alcuni balze rocciose, ma le scalette che ci aiutano a superarle facilitano assai la salita, e sono inoltre posizionate in un canale-camino che offre protezione anche sui lati.
Va detto comunque che in caso di pioggia il terreno scivoloso potrebbe rivelarsi infido, perciò in tal caso è forse meglio optare per una passeggiata in altri luoghi.
Ci incamminiamo sull’evidente sentiero (n° 429), che dopo un breve tratto presenta una strettoia a ridosso di una paretina strapiombante, e proseguiamo fino ad incontrare il passaggio più caratteristico, una breve scaletta in legno che ci permette di superare facilmente le rocce.
Al termine del tratto esposto giungiamo ad un belvedere che offre una magnifica vista sulla Valle d’Ampezzo.
Proseguiamo la nostra camminata nel bosco, fino a sbucare con sorpresa proprio ai piedi del Sacrario Militare di Pocol.
L’opera monumentale fu costruita nel 1935 su progetto dell’ingegnere Giovanni Raimondi, ed è costituita da una massiccia torre quadrata alta 48 metri, con un basamento a due ripiani. Il basamento racchiude il vero e proprio Sacrario, in cui sono raccolti i resti di caduti italiani, noti e ignoti, (9.707 caduti italiani – 4.455 ignoti – 37 austro-ungarici) provenienti dai vari cimiteri di guerra del Cadore e dell’Ampezzano. Il Sacrario svetta su Pocol ed è ben visibile da Cortina.
Portiamoci sul lato ovest della massiccia torre, risaliamo il viottolo d’accesso e scandiamo a Pocol.
Qui, prima di giungere sulla strada statale, una stradina sterrata non molto ben segnalata, che ha il suo inizio dietro all’ex Hotel Tofana, abbattuto nel 2004 e tuttora in costruzione (così va in Italia 🙁 ), ci permette di scendere nuovamente alla Crosc de Ester. Si tratta della strada de “in pó Crepa”, la stessa strada sterrata che abbiamo abbandonato in salita, poco oltre la Croce.
Da qui, ripercorrendo a ritroso la strada fatta in precedenza, in poco tempo ritorniamo alla nostra vettura, concludendo questo bel giro ad anello a breve distanza dal centro di Cortina.
DISLIVELLO
200 m
TEMPI
Dal parcheggio alla Croce 15 minuti ca.
Dalla Croce al Sacrario di Pocol 15-20 minuti ca.
Dal Sacrario al parcheggio 30 minuti ca.
NOTA
Se vogliamo camminare solo poco di più, una volta usciti dalla via di accesso al Sacrario, invece che svoltare a destra e scendere direttamente a Pocol possiamo dirigerci nella direzione opposta ed in un paio di minuti raggiungere la vecchia stazione di arrivo della funivia che da Cortina saliva a Pocol. Si tratta di un ottimo belvedere sulla Valle d’Ampezzo, che si può osservare vagabondando un po’ nel bosco lì vicino.
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