Bus de r’Ancona, Monte Cadini e Son Pouses

Voglio oggi parlarti di una bella escursione ad anello: la salita al Monte Cadini, meglio noto come Croda de r’Ancona, passando per il Bus de r’Ancona, con partenza dalla Strada Statale di Alemagna, lungo un sentiero poco noto.
Come ho detto, il percorso affianca il famoso Busc de r’Ancona (leggi BUŠ de r’Ancona, la Š si pronuncia come la sc dell’italiano scelta), ti porta in vetta alla croda omonima, scende a Malga Ra Stua e prosegue fino a Son Pouses. Da qui si continua in discesa fino al “Tornichè” (S. Uberto) da dove una strada sterrata porta alla Casa Cantoniera Podestagno. Infine in breve si raggiunge il ponte sul Ru de r’Ancona, punto di partenza della nostra fantastica camminata in montagna.

Indicazioni generali

Quest’escursione è riservata ad escursionisti esperti.
La prima parte del percorso presenta alcuni brevi tratti che richiedono passo sicuro su terreno ghiaioso.
Ci sono inoltre un paio di passaggi di I grado di difficoltà.
Il giro completo è abbastanza lungo, ma si può abbreviare avvalendosi di due vetture [1].

1. Dal Ponte de r’Ancona al Busc de r’Ancona

Punto di partenza del nostro bel giro è il parcheggio nei pressi del ponte sul Ru de r’Ancona (1.493 m), più precisamente al km 113,200 della Strada Statale 51 di Alemagna.
Il luogo si raggiunge in meno di 10 minuti d’auto da Cortina, direzione Dobbiaco. Volgendo lo sguardo in alto, a nord, già da qui si può vedere il Busc.

Il Bus de r'Ancona dalla SS 51 di Alemagna
Il Busc de r’Ancona visto dalla Statale 51 di Alemagna

Il sentiero si inoltra nel bosco sull’altro lato della strada. Presto si incontra una mangiatoia dove le guardie del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo provvedono, quando ce ne sia la necessità, alla distribuzione di sale e foraggio per caprioli e cervi. Con numerosi zig-zag si guadagna velocemente quota, fino ad arrivare al primo tratto esposto della salita.

Il panorama non delude certamente, dalla Val Padeon al lontano Sorapis, le Tofane di Mezzo e di Dentro, Valon Bianco e Val di Fanes… uno spettacolo, soprattutto oggi che i colori dell’autunno abbelliscono ancor più questi luoghi.

Siamo giunti ora in vista delle prime fortificazioni italiane.
In una di queste, una scritta sulla colonna di cemento riporta il nome del Tenente Meneghetti.

Il suo eroico comportamento durante un’azione bellica sul Monte Piana fu reso noto con un encomio solenne: “Dimostrò elevato sentimento del dovere, fermezza e coraggio nel condurre all’assalto la sua e un’altra Compagnia rimasta con un solo ufficiale; protesse col fuoco il ripiegamento dei reparti vicini, raccolse i feriti e lasciò ultimo le linee di combattimento”.

Nell’angusta cavità troviamo anche un libro, posto qui in epoca recente, che riporta i nomi dei pochi escursionisti che transitano su questo cammino.

Postazione Meneghetti

Ora iniziano le prime difficoltà della salita. Il termine “difficoltà” farà sorridere gli escursionisti esperti; ritengo però giusto far notare a chi esperto non è che alcuni tratti di questo sentiero per il Bus de r’Ancona presentano passaggi esposti su terreno franoso.
E anche dal busc alla cima della Croda de r’Ancona è necessario saper muoversi con disinvoltura su terreno scosceso. Inoltre, poco prima di raggiungere la vetta un brevissimo tratto di I grado impone l’uso delle mani per superarlo.

Continuiamo a salire, seguendo la debole traccia e i pochi ommetti che ci aiutano a trovare la giusta via. Lungo il percorso troviamo altre postazioni e gallerie di guerra, dalle quali possiamo godere di una bella vista sui monti a sud della Croda d’Ancona.

In breve sbuchiamo su Ra Ciadenes, il grande spallone che si abbassa ad est della Croda de Ancona. Fin qui si potrebbe arrivare più agevolmente risalendo la Val di Gotres fino a poco prima di forcella Lerosa (2.010 m) dove, nei pressi di un grosso cirmolo, un masso sulla sinistra con sbiadite indicazioni “Ancona” ci indica un sentiero che porta per l’appunto su Ra Ciadenes.

Ma torniamo a noi. Si prosegue brevemente tra i mughi, seguendo l’evidente sentiero in direzione della visibile cima.

Ora inizia la parte più delicata della salita: inizialmente si attraversa con attenzione un piccolo salto roccioso (I grado) per poi risalire ed arrivare al magnifico Bus de r´Ancona (2.160 m).

Abbiamo finora superato un dislivello di circa 660 metri. Affacciandosi sulla finestra del Bus de r’Ancona, si può osservare il ripido canalone che discesi appena diciasettenne con alcuni amici e mio cugino Ernesto, che proprio su questo sito ne descrive il percorso.

Bus de r'Ancona
Il canalone del Ru de r’Ancona

La leggenda narra che l’artefice del buco nella roccia sarebbe stato nientemeno che il diavolo, costretto ad fuggire dalla valle d’Ampezzo dopo aver tentato di sottomettere al suo volere la popolazione.

Dopo una meritata pausa, è tempo di avviarsi verso il tratto più impegnativo della salita. Dal Bus de r’Ancona mancano 200 metri di dislivello per arrivare in vetta alla Croda d’Ancona. Vista da qui, l’ascesa appare ostacolata da alcune pareti rocciose, ma in realtà soltanto pochi metri di elementare arrampicata saranno necessari per raggiungere la nostra meta.

2. Dal Bus de r’Ancona alla Croda d’Ancona

Lasciato lo spettacolare arco naturale, una traccia di sentiero in leggera salita conduce ad una macchia di mughi e ad uno stretto canalino che bisogna attraversare con elementari difficoltà. Si risale ora l’erta china erbosa fino a guadagnare nuovamente la cresta. In lontananza, ad est, si scorgono le Tre Cime e sotto di noi la Val di Gotres e Ra Ciadenes e parte del sentiero da poco percorso.

Ra Ciadenes, da oltre il Bus de r'Ancona.


Ora il percorso da seguire è più chiaro. Risalendo dapprima un pendio erboso e poi con un salto roccioso (I+), si perviene ad una cengia, da percorrere brevemente. Aggirando il successivo costone roccioso ci si porta all’ultima risalita di pochi metri su facili rocce appigliate (I), e da lì in facilmente alla croce di vetta della Croda de r’Ancona (2.366 m).

La strategica posizione della Croda è confermata dalle innumerevoli gallerie, postazioni e trincee militari presenti su entrambi i percorsi d’accesso. Il panorama da quassù è meraviglioso e la vista spazia a 360 gradi: la maestosa Croda Rossa d’Ampezzo, il Cristallo e il Piz Popena, la Valle d’Ampezzo e le Tofane, il Col Bechei, la Croda del Becco e in basso Malga Ra Stua, nostra prossima meta.

3. Dalla Croda de r’Ancona Son Pouses

Ho già descritto dettagliatamente, ma in senso inverso, la via che collega Malga Ra Stua alla nostra cima. Per questo motivo, mi limito a riportare i punti salienti della prima parte della discesa.
Dalla croce di vetta i numerosi ometti permettono di individuare senza problemi il sentiero che scende lungo il versante ovest del monte. Passando accanto a numerose postazioni e trincee, memorie di una dolorosa pagina della nostra storia, si giunge ad una croce sulla spalla sottostante (2.154 m).

La croce a quota 2.154 m

Qui il sentiero svolta decisamente a destra (nord) e si abbassa dapprima con qualche elementare passo su facili roccette, per poi proseguire con un continuo e lineare lungo traverso in discesa. Con pochi passi nel rado bosco di larici si perviene ad una radura, che si attraversa fino ad incontrare la vecchia strada militare che porta a Malga Ra Stua.

Da Ra Stua seguire brevemente la strada asfaltata. Giunti in un attimo al primo tornante si imbocca a sinistra il sentiero ben segnalato che porta a Son Pouses. Il cammino, inizialmente in leggera salita e poi a lungo pianeggiante, ci porta comodamente ai margini della boscaglia. Ora, con breve discesa su terreno sassoso, si perviene ad un ulteriore crocevia. Anche qui una chiara segnaletica ci invita a salire nuovamente, fino al bel belvedere di Son Pouses.

Nei duri anni della Grande Guerra Son Pouses si rivelò essere un punto strategico per impedire l’avanzata delle truppe italiane verso nord. Puoi imparare di più su questo argomento leggendo il post Son Pouses, la roccaforte degli “Standschützen”.

Girovagando un po’ tra i resti delle fortificazioni e gallerie di Son Pouses, un occhio attento scoprirà un interessante cimelio: lo stemma dell’aquila bicefala, simbolo dell’Impero austro-ungarico. L’aquila ad un’unica testa era usata già dai Romani come simbolo di comando. Nel nostro caso l’aquila bicefala, con due teste separate fin dal collo e rivolte in due direzioni opposte, identifica l’unione di due imperi.
E se rivolgi lo sguardo al cielo, con un po’ di fortuna potresti veder volteggiare sopra di te una vera aquila, maestoso rapace che nidifica anche sui monti di Cortina.

4. Da Son Pouses al punto di partenza

Proseguiamo ora nel nostro cammino. Terminata la meritata pausa, inizia la discesa, a volte ripida ma senza difficoltà.
In circa venti minuti si arriva ai piedi di alte placche calcaree, attrezzate dagli “Scoiattoli di Cortina” per l’arrampicata. Furono proprio le rocce di questa falesia, negli anni Ottanta, che videro la comparsa dei primi itinerari d’arrampicata sportiva a Cortina. Caratteristica di questa palestra, rispetto alle altre della zona, è il tipo di roccia: non si tratta di dolomia, ma di un bel calcare a placche e pance verticali.

Superata la falesia il sentiero prosegue nel bosco, e in breve giunge al suo termine, sulla strada asfaltata che sale verso Ra Stua. Percorrendola in discesa, in un paio di minuti si arriva ad un parcheggio. Proprio qui, sulla sinistra (est), trovi una strada sterrata (chiusa ai veicoli) che dovrai percorrere in leggera salita per 800 metri fino alla casa Cantoniera Podestagno.

Ora si tratta di seguir la strada statale per un chilometro esatto ritornando infine alla nostra vettura e chiudere così il giro ad anello in una zona delle Dolomiti poco frequentata e ricca di storia e scorci meravigliosi.

Bivio per casa cantoniera Podestagno



Enrico Maioni Mountain Guide Dolomiti

Enrico Maioni

Guida Alpina, nato e cresciuto a Cortina d’Ampezzo, con un ampia conoscenza delle Dolomiti e anni di esperienza in montagna.
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