A Pousa Marza con le racchette da neve

Pousa Marza, in gita con le ciaspe alle pendici del Piz Popena

Quando si tratta di fare una passeggiata con le racchette da neve, la zona di Pousa Marza è certamente una delle mie favorite, sia per la scarsa frequentazione, sia anche per lo splendido scenario che si apre ai nostri occhi nel corso di questa bella escursione.

Questa regione si trova ai limiti orientali del Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo, e si chiama Pousa Marza perché un tempo, prima di essere parzialmente bonificata, era molto paludosa.
In ampezzano Màrza significa infatti “marcia”, mentre pòusa è la radura in cui il bestiame riposa durante le ore più calde: quindi in passato questa zona era adibita al pascolo degli armenti.

Il percorso si svolge quasi interamente al sole, ed offre una magnifica vista sul vasto gruppo montuoso delle Marmarole e sulla seriosa e fredda muraglia dei Monti della Caccia Grande, la larga e lunga parete rocciosa che si estende in direzione est-ovest collegando la prima delle Tre Sorelle alla Punta Sorapìs.

L’itinerario non presenta difficoltà tecniche e l’impegno fisico richiesto non è molto, in quanto il dislivello da superare in salita è di circa 300 metri.

Sotto il Piz Popena

Ovviamente in caso di abbondanti nevicate ed in assenza di una traccia già fatta da qualcuno che ci ha preceduto bisognerà faticare un po’ di più, tutto dipende dalle condizioni d’innevamento, ma gli sforzi saranno ampiamente ricompensati dai panorami, dalla gioia e dalla serenità che questa piacevole escursione con le ciaspe in Dolomiti ci darà in cambio.

ACCESSO

  • Da Cortina valicare il Passo Tre Croci, tramite la SR 48, e proseguire fino alla vecchia casa cantoniera che sorge in località Ruvieta, al km 134, circa un chilometro prima del bivio per Auronzo-Misurina.
    Parcheggiare sul piazzale antistante la casa cantoniera, solitamente sgombro da neve.
  • Da Auronzo, sempre lungo la SR 48, arrivati al bivio per Misurina-Passo Tre Croci svoltare a sinistra in direzione Cortina fino a trovare la sopraccitata casa cantoniera, dove si parcheggia.

ITINERARIO

Lasciata l’auto si attraversa la strada ed in prossimità del ponte sul Torrente Ruvieta (Ru de Pousa Marza) una tabella indica l’evidente stradina sulla quale incamminarsi. La prima parte sale abbastanza ripida: questo non ci deve scoraggiare, il tratto erto non è molto lungo e poi, come ben sappiamo, ci vuole po’ di tempo per riscaldare muscoli e “motore”.

A breve incontreremo un bivio, in prossimità del ruscelletto. Svoltando a sinistra lo attraversiamo, seguendo dunque la destra orografica del rio, e continuiamo a salire, fino a quando il sentiero si biforca nuovamente: proseguiamo sulla destra, ed in circa 40 minuti dal parcheggio raggiungiamo una bella radura sulla quale sorge il Casòn de Pousa Marza (o Casòn dei Cazadore – 1855 m), dedicato a S. Uberto, patrono dei cacciatori.

Qui una sosta è d’obbligo: seduti sulla solare panchina del Casòn la vista sul Sorapìs è magnifica, così come tutto l’ambiente circostante.

Sul vasto territorio regoliero (vedi Regole d’Ampezzo) in passato furono eretti numerosi Casòi, capanne di montagna costruite parzialmente in muratura.

Un tempo servivano da ricovero a pastori, mandriani, cacciatori, boscaioli e falciatori.

Cason de Pousa Marza

Oggi queste piccole baite vengono assegnate in affitto ai richiedenti, esclusivamente autoctoni, per un periodo di tre anni. L’affittuario ha il dovere di prendersi cura della buona manutenzione del Casòn e può, in alcuni casi, apportarvi delle migliorie.

Dietro la piccola baita (NNO) al limite della radura stanno dei dossi sovrastati da ripide pareti rocciose: sono i Tàche (i tacchi), termine usato in senso figurato per indicare un rialzo, una prominenza su un pendio.

Riprendiamo il cammino attraversando in direzione ovest la radura: al suo termine iniziamo a salire (indicazione) nel bosco in direzione di quell’evidente picco roccioso che si chiama Corno d’Angolo (2426 m) e ci inoltriamo tra i mughi coperti di neve.
ATTENZIONE: qui, in mancanza di una traccia già fatta, l’orientamento non è facile e si rischia di perdere la giusta direzione. Se non c’è molta neve perdere la traccia del sentiero significa camminare nella macchia di mughi dove il procedere diventa alquanto scomodo e complicato. In caso di dubbi, consiglio perciò di ritornare sulle proprie tracce e ripercorrere in discesa il sentiero fatto precedentemente.

Ci troviamo ora in una vasta zona aperta, un deserto di neve alle pendici del Piz Popena, l’imponente montagna che svetta sopra di noi.

Un tempo questa cima era molto ambita dagli scalatori, che potevano approffittare del magico rigugio Popena, ottimo punto d’appoggio.

Oggi del bel rifugio non rimangono che pochi ruderi, i resti di una bella ma molto triste storia antica. Se sei curioso, clicca sul seguente link per leggere la storia del rifugio Popena.

Valorié

Questa area si chiama Valorié e camminare con le ciaspe in questo paradiso innevato è davvero impagabile. Sui ghiaioni e sui risalti rocciosi che ci sovrastano non è raro poter ammirare i camosci, che con leggerezza ed eleganza corrono tra i dirupi.

Dobbiamo puntare al limite superiore del bosco che vediamo davanti a noi, sempre in direzione ovest. Ben presto raggiungiamo la foresta, anticipata da una tabella sul sentiero che ci indica la quota, 1956 m, ed anche il sentiero da imboccare per scendere al Ponte di Rudavoi, il sentiero CAI n 222 proveniente dai ruderi del Rifugio Popena.

Dopo un breve tratto pianeggiante il sentiero scende precipitosamente sfiorando l’estremità occidentale dei Crépe de Rudavói, la lunga bastionata rocciosa che sovrasta la Strada delle Dolomiti fino al punto dal quale siamo partiti. Scendendo possiamo notare, sulla destra, i dirupi rocciosi che emergono dal bosco: si tratta dei Crépe de Piàn de ra Mòres che devono il loro nome al sottostante pianoro in cui si raccoglievano le grosse pietre utilizzate per farne “mole per i mulini”. Niente more dunque, che in Ampezzo non esistono.

Siamo così giunti al termine della nostra gita con le ciaspe a Pousa Marza. Si sbuca infatti dal bosco sulla SR 48 presso il ponte di Rudavói, dove sarebbe bene aver lasciato un’altra automobile.

Se così non fosse, in attesa che qualcuno vada a recuperare la propria vettura alla casa cantoniera (circa 2 km lungo la strada asfaltata), il resto del gruppo può fare una breve escursione al Casòn de Rudavói, raggiungibile in cinque minuti, risalendo un sentierino che si trova sulla destra (spalle rivolte alla strada).

Mappa Pousa Marza

DIFFICOLTA’
Facile

TEMPO MEDIO
2,30 – 3,00 ore

SCARICA TRACCIA GPS (file .gpx)

CARTOGRAFIA
Carta topografica Tabacco − scala 1:25.000 n° 03 − Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane
Puoi acquistarla qui

NOTA
Pur trattandosi di un percorso facile, se nessuno è passato prima di voi e quindi non ci sono tracce sulla neve l’individuazione del sentiero dopo il Casòn de Pousa Marza può risultare difficoltosa.


Enrico Maioni Mountain Guide Dolomiti

Enrico Maioni

Guida Alpina, nato e cresciuto a Cortina d’Ampezzo, con un ampia conoscenza delle Dolomiti e anni di esperienza in montagna.
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